Scommesse, Cassazione rinvia procedimento penale contro Ctd, per attendere nuova pronuncia della CGE. Stanley “Ignorata la sentenza del 22 gennaio”

La Corte di Cassazione, III Sezione Penale, non ha applicato la sentenza “Stanley” della Corte di Giustizia, ma ha disposto il rinvio del procedimento a nuovo ruolo per attendere la decisione dei Giudici Europei sulla propria domanda di questione pregiudiziale comunitaria, basata su quesiti diversi da quelli del Consiglio di Stato. Lo comunica la stessa StanleyBet in una nota, spiegando che ieri, davanti alla Corte di Cassazione, III Sezione Penale, nel procedimento a carico del CTD Stanleybet, era fissato il giudizio cautelare per fatti accaduti nel 2014. L’avv. Daniela Agnello, difensore del titolare del centro, ha prodotto la sentenza del 22 Gennaio evidenziando che i giudici europei hanno fondato la decisione, incompleta e parziale, unicamente sul presupposto che l’allineamento temporale delle scadenze delle concessioni italiane può essere considerato funzionale solo a un obiettivo – perseguito dallo Stato Italiano – di riduzione in futuro del numero totale delle concessioni oppure all’esigenza di esercitare controlli di ordine pubblico più rigorosi nel settore delle scommesse. “Entrambi gli obiettivi, però” prosegue il bookmaker, “non sono affatto perseguiti dal legislatore italiano che, invece, continua a incentivare il gioco tentando di immettere nel sistema, attraverso la legge di stabilità, ben 7000 nuovi entranti, per di più in assenza di preventivo controllo di ordine pubblico”. Secondo StanleyBet la sanatoria consente di entrare nel mercato “anche a pregiudicati a piede libero di ogni tipo, anche con gravissimi precedenti penali, senza averli prima sottoposti ad alcun controllo di ordine pubblico. Infatti è data la possibilità di collegarsi immediatamente al totalizzatore nazionale, in attesa che gli uffici competenti delle Questure si attivino per la procedura amministrativa di rilascio della licenza di Pubblica Sicurezza”. E tornando alla decisione di ieri: “la Corte di Cassazione non ha ritenuto la sentenza del 22 Gennaio scorso idonea a risolvere i dubbi interpretativi sollevati dai giudici in sede penale e ha sospeso il procedimento in attesa della nuova sentenza della Corte di Giustizia. Anche il Procuratore generale ha aderito al rinvio a nuovo ruolo del procedimento”. Per Stanley, al Cassazione in questo modo conferma che la sentenza della CGE è “incompleta, interlocutoria e, comunque, collocata al di fuori dell’attuale contesto normativo del sistema concessorio italiano”. lp/AGIMEG