Procura generale: “Il danno deriva dal mancato controllo delle giocate”

“Non è stato negato il punto centrale della sentenza di primo grado. Sembra che la sentenza abbia inventato, o modificato nel tempo, l’oggetto della causa”. Lo hanno detto nella propria requisitoria i procuratori generali Federici e Rebecchi nel corso dell’udienza sulle maxipenali newslot di fronte alla Terza Sezione d’Appello della Corte dei Conti. “In realtà, il Procuratore generale negli atti di citazione del primo grado addebitava alle concessionarie l’impossibilità di controllare in tempo reale il flusso delle giocate, e di conseguenza lo sperpero di risorse pubbliche. E’ un aspetto che le concessionarie non hanno contestato nei loro interventi. Il pagamento del prelievo era solo una questione di risorse, ma non era l’obiettivo finale della rete”. I procuratori hanno anche affrontato la questione del peso che il giudice di primo grado ha dato alla CTU: “la perizia è una prova legalmente acquisita nel procedimento, questo non è stato messo in discussione. Poi il Collegio ne ha fatta un’opportuna valutazione nella sentenza”. E sulla questione del ne bis in idem: “E’ una questione lungamente dibattuta in precedenza. La Carta Europea dei Diritti dell’Uomo vieta la duplicazione dei procedimenti penali, la Corte dei Conti non è un giudice penale, ma contabile”. rg/AGIMEG