Nei primi 6 mesi del 2019 le mafie hanno riciclato nel gioco d’azzardo 250 milioni di euro. E’ quanto è stato evidenziato da Claudio Clemente, direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria (Uif), l’autorità della Banca d’Italia incaricata di esaminare i flussi finanziari, e di ricevere segnalazioni di operazioni sospette, ascoltato dalla Commissione Parlamentare Antimafia. Il mercato dell’azzardo “ha attirato una crescente attenzione da parte della criminalità, anche organizzata”, ha detto Clemente, perché – riporta oggi l’Avvenire – “dà la possibilità, da un lato, di realizzare ingenti introiti, con rischi contenuti connessi con le difficoltà di accertamento delle condotte illegali e con la presenza di un sistema sanzionatorio caratterizzato da pene di troppo modeste entità, dall’altro, di riciclare nel comparto profitti di altri reati”. Le segnalazioni su transazioni sospette derivati da operazioni di gioco, ricevute dalla Uif nel 2019 dovrebbero arrivare a quasi 9mila, con un incremento del 22% rispetto al 2018. Il 70% arriva dagli operatori di gioco, soprattutto italiani, ma anche con sede legale a Malta, Gibilterra e Slovenia. “In un numero rilevante di casi – ha spiegato Clemente – coinvolgono soggetti in qualche modo già associabili a fenomeni criminali: tale componente è risultata crescente in questi anni, passando dal 7% del 2014 all’11% del periodo gennaio-ottobre 2019”. Secondo Clemente infine, negli accertamenti nei confronti delle società dell’azzardo sono emerse “carenze nell’adeguata verifica della clientela da parte della rete distributiva (esercenti e gestori)” ed i “controlli svolti dai concessionari sulla rete distributiva sono risultati poco incisivi”. Nel mirino dell’Uif anche le scommesse sportive. “È emersa l’esistenza di network in diverse zone d’Italia sospettati di operare al fine di alterare le gare a fini lucrativi ovvero, in taluni casi, per riciclare denaro per conto della criminalità organizzata”, ha sottolineato Clemente. lp/AGIMEG