Scommesse, falsa insegna Snai per coprire operatore illegale BetClu

Come la piccola agenzia nei pressi di Via Oreto nel capoluogo siciliano. Sull’insegna blu all’esterno del locale si legge PuntoSnai. Uno specchio per le allodole forse o più semplicemente una copertura, perché a incassare le giocate
è la BetClu, marchio di proprietà della GVC New Limited, azienda che opera nel settore delle scommesse sportive con sede a Sliema (Malta) oscurata dall’Agenzia dei Monopoli. Il marchio della BetClu, che in Italia non ha alcuna concessione a operare, è stampato in grassetto sulla ricevuta della giocata che il gestore dell’agenzia, un tipo robusto a cui non sembrano piacere le facce nuove, ci consegna dalla fessura del vetro blindato. “Ci sono aziende – dice il rappresentante legale della Snai Alberto Nati – che utilizzano il nostro marchio per perseguire i loro illeciti. Queste aziende non hanno nessun legame con il nostro gruppo e faremo di tutto per fermarle”.Ma non è finita. Anche
i rotoli di carta utilizzati per stampare le ricevute portano il marchio Snai, legato al nome di un’altra oscura società: la Elle Group S.r.l., finita nel 2007 nel mirino degli inquirenti. Tre delle sue agenzie accettavano infatti scommesse
clandestine pur non avendo le autorizzazioni a operare e incassando fino a 20 mila euro in un solo weekend. Tutti in nero, naturalmente. Una truffa venuta a galla grazie all’intervento dell’allora commissario di polizia a Palermo
Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, il magistrato ucciso con la scorta nell’attentato di Via D’Amelio, che infiltrò uno dei suoi agenti tra gli scommettitori. Gli addetti dei centri scommesse consegnavano ai clienti ricevute
false, con fantomatici codici a barre e riferimenti informatici che le facevano apparire legali. Gli incassi finivano direttamente nelle tasche della Elle Group in barba all’Agenzia dei Monopoli che negli ultimi mesi aveva negato alla
società l’autorizzazione a operare. Le loro licenze infatti “erano state sospese per il pregresso mancato pagamento dei diritti di concessione”. L’amministratore era Elio Lupo – si legge su repubblica.it – giovane imprenditore
palermitano tratto in arresto la scorsa estate dalla Fiamme Gialle (adesso è ai domiciliari) per i reati di estorsione, appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato. “Non c’era niente di legale – racconta Borsellino – i codici a barre erano sovrapposti, i numeri di riferimento erano sempre gli stessi, le date delle ricevute risalivano a mesi prima e sullo scontrino era addirittura assente il nome identificativo dell’agenzia che avrebbe dovuto ricevere la giocata”. lp/AGIMEG