Roma Film Fest, per i bookie è testa a testa tra “Out of the furnace”, “Sorrow and Joy” e “Her”

Mancano ormai poche ore all’apertura dell’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma 2013, che si terrà all’Auditorium Parco della Musica fino al 15 novembre. Quest’anno il programma sarà fittissimo tra ospiti di Hollywood, film in concorso e omaggi ai grandi del cinema italiano: insomma si tratta di un vero e proprio evento che mobiliterà l’intera città. Intanto il bookmaker inglese Stanleybet offre la possibilità di scommettere su quale lungometraggio riuscirà ad aggiudicarsi il Marc’Aurelio d’Oro per il Miglior Film. Spiazzante la qualità delle proposte, tanto che i quotisti britannici offrono come favorite, tutte a quota 4.00, ben tre pellicole: “Out of the furnace”, nuovo dramma di Scott Cooper, che può vantare un interprete del calibro di Christian Bale nei panni di un ex detenuto in cerca di vendetta, il danese “Sorrow and joy” e “Her”, ultima creazione dell’acclamato Spike Jonze, che vede il grande Joaquin Phoenix innamorarsi di un sistema operativo dalla voce suadente di Scarlett Johansson. Conquista la seconda posizione il nostrano “Foreign bodies” (6.50), storia dell’incontro di due anime prese dal dolore, diretta da Mirko Locatelli; segue a quota 5.50 “Dallas buyers club” del canadese Jean-Marc Vallée, con protagonista un inedito Matthew McConaughey intento a combattere contro l’AIDS. Minori possibilità (13.00) per “Take five”, pellicola diretta dal talentuoso Guido Lombardi, già vincitore del Leone del Futuro al Festival del Cinema di Venezia 2011, seguito a stretto giro (15.00) dal thriller sovrannaturale “Another me” della spagnola Isabel Coixet, trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Catherine MacPhail. Si piazza invece a quota 17.00 “Sheep’s clothing” di Paulo Morelli, mentre “The mole song” del controverso regista giapponese Takashi Miike viene offerto solo a 21.00. Ancora meno chance per il turco “I am not him” (25.00), coinvolgente dramma ruotante intorno al tema dell’identità; stessa quota per “Seventh code”, primo film di Kiyoshi Kurosawa girato fuori dai confini del Giappone. Fermi a quota 34.00 sono sia “Manto Acuìfero”, secondo tassello di una trilogia incentrata sul tema della solitudine, diretta dall’australiano Michael Rowe, sia “Acrid” di Kiarash Asadizadeh, che descrive i cambiamenti della società iraniana attraverso le vicende di alcune coppie in difficoltà. Pochissime possibilità per “Tir” dell’italiano Alberto Fasulo, a cavallo tra documentario e finzione, per “Blue Sky Bones”, esordio alla regia del pioniere del rock cinese Cui Jian, e per il portoghese “The invisible life”: una loro eventuale vincita varrebbe infatti ben 51 volte la posta in gioco. Chiudono la classifica “Quod erat demostrandum” (67.00), dramma psicologico ambientato nella Romania degli anni Ottanta girato interamente in bianco e nero, e “Cut down kite”, del regista cileno Diego Ayala, bancato a 81.00. rg/AGIMEG