Giochi, Malagò (pres. Coni): “Coni sta prestando particolare attenzione al fenomeno del matchfixing, che permette di alterare tutto ciò su cui si può scommettere durante una partita”

“Infiltrazioni criminali, rapporti tra mafie, società e tifoserie organizzanti scommesse e doping. Quello che viene distorto alla radice di questi fenomeni è il senso dello sport come ambito di crescita dell’individuo. Le organizzazioni criminali sono attirate dal mondo dello sport sotto tre profili: quello connesso agli interessi economici, quello legato alla raccolta di consenso e quello legato alla visibilità”. Sono le parole del Presidente del Coni, Giovanni Malagò, in audizione in Commissione Antimafia alla Camera svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. “Il Coni sta prestando particolare attenzione al fenomeno del matchfixing, Che rappresenta il contesto attraverso il quale la criminalità cerca di contaminare il mondo sportivo. Il Coni ha predisposto un’unità operativa per tale settore. Sulla scorta di attività di studio e approfondimento, anche in sede internazionale, il processo di legalizzazione di scommesse organizzato per fronteggiare il circuito illegale ha generato nuovi metodi di condizionamento delle attività sportive. Inizialmente – ha aggiunto Malagò – le attività mafiose hanno tentato di infiltrare società di gestione del gioco, approfittando delle maglie larghe della normativa, servendosi del sistema globalizzato dell scommesse e centri di raccolta esteri collocati in paradisi fiscali o in Pesi dove vi è scarsa collaborazione. Il tema è stato oggetto di dibattiti in Parlamento e approfonditi esami. Un fenomeno inizialmente illegale, ma che ha visto un rapido cambiamento di approccio della criminalità organizzata che è diventata imprenditrice del settore, investendo capitali nell’acquisto di agenzie scommesse anche in Paesi esteri, o gestione di siti internet illegali. In Italia il gioco ha un fatturato del 3% del Pil, dà lavoro a 5.000 aziende e 120mila persone. L’Italia è tra i primi Paesi al mondo per volumi di gioco. Il matchfixing è finalizzato ad alterare non solo il risultato, ma anche su tutto ciò su cui si può scommettere durante una partita. Questo rende incontrollabile il settore. Il Coni sul fenomeno ha messo in atto un’intensa attività di monitoraggio. Alcuni esiti possono riguardare anche un singolo giocatore. Grazie all’attività di monitoraggio possiamo sapere che uno dei criteri di rilevazione è il flusso di scommesse anomalo. Le segnalazioni dei flussi anomali raccolti dai concessionari di Stato provengono dai Monopoli di Stato, e confluiscono in un unico Totalizzatore. Per le scommesse degli operatori esteri c’è ancora molto da fare, per monitorare ciò che si nasconde sotto la punta dell’iceberg che vediamo. Auspicabile collaborazione tra polizia giudiziaria e giustizia disciplinare. Il riciclaggio evidenzia relazioni tra sport e criminalità organizzata. Difficile individuare le singole responsabilità, occorre ragionare in un’ottica complessiva di contrasto del fenomeno. Fenomeno in costante crescita. In questo settore – ha concluso – va fornito sostegno all’UISS. Il Coni ha avviato due gruppi di lavoro per fronteggiare la manipolazione degli eventi sportivi. Dal 2015 risultano aperti in ambito federale 55 procedimenti disciplinari, attività di monitoraggio hanno riguardato 23 attività nel 2016, 16 all’inizio di quest’anno”. cdn/AGIMEG