Confesercenti di Parma: “Per slot già autorizzate, nessuno può essere obbligato a rinunciare all’uso delle licenze prima del 2022”

Critico, a Parma, il commento della Confesercenti nei confronti della delibera comunale che inasprisce la legge regionale sul gioco e che limita la presenza delle sale e degli apparecchi da gioco in città. “Quanto sta accadendo discende da una legge regionale approvata nel 2013, la numero 5, la quale, sull’onda di provvedimenti liberticidi, è intervenuta pesantemente sul settore del gaming, provocando ad oggi anche la chiusura di piccole imprese artigianali che si occupano del noleggio e della manutenzione delle macchine con conseguente perdita di posti di lavoro. È appena il caso di evidenziare come le slot non siano uno dei giochi più praticati dai giocatori. In verità in questo modo si spazza via la piccola impresa per creare concentrazioni in grandi sale scommesse, ove già ora si possono utilizzare macchine che funzionano a 500 euro e si incentivano le giocate online, ossia senza alcuna mediazione tra giocatori e macchina, cioè si spostano quote di mercato da un canale all’altro, con la forza della legge”, ha detto Stefano Cantoni, responsabile di Fiepet Confesercenti di Parma. Secondo Confesercenti nessuno può essere obbligato a rinunciare all’uso delle licenze prima del 2022. “La norma regionale e comunale infatti prevede la ricollocazione obbligatoria per tutte quelle sale giochi o scommesse a meno di 500 metri dai punti sensibili entro sei mesi, con possibilità di proroga. I provvedimenti interessano tutti i comuni della Provincia di Parma e diverse centinaia di attività nei quali il gioco a premi si è inserito compiutamente in tutti questi anni. Tuttavia, al contrario di quanto previsto per le sale scommesse e i Bingo, nei bar e nelle attività commerciali, le slot legali e già autorizzate, anche se in esercizi a meno di 500 metri dai luoghi sensibili, andranno a scadenza di contratto con concessionario e quindi indicativamente saranno eliminate solo da marzo 2022. Pertanto, baristi, commercianti e tabaccai fino a quel periodo, salvo scelte personali di recesso dal contratto, potranno continuare ad offrire questo servizio di intrattenimento e svago”, ha concluso Cantoni. cdn/AGIMEG