Legge Gioco Lazio, Troncarelli (ass. Politiche Sociali) ad Agimeg: “Il distanziometro si inserisce nel nostro piano contro la ludopatia. Stiamo mettendo in campo azioni per superare la frammentarietà degli interventi e contrastare il gioco illegale”

A settembre entrerà in vigore la nuova legge della regione Lazio che inserirà il distanziometro e ulteriori misure per contrastare i disturbi del gioco patologico. Nello specifico, con questa normativa sarà “vietata l’apertura di nuove sale gioco che siano ubicate ad un raggio inferiore a cinquecento metri da aree sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale o luoghi di culto”. Con la retroattività, la legge sul gioco pubblico nel Lazio di fatto avrà un effetto espulsivo del gioco dai centri urbani, con gravissime ricadute in termini occupazionali, imprenditoriali, sociali e di sicurezza. Agimeg ne ha parlato con l’assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio Alessandra Troncarelli.

L’entrata in vigore della Legge Regionale sul gioco nella Regione Lazio eliminerà circa l’80% delle attività di gioco pubblico fuori dalle città. Cosa ne pensa di tale normativa che avrà un fortissimo impatto su imprese ed occupazione (sono circa 16.000 le persone, con relative famiglie, impegnate nel Lazio in questo settore)?

La Regione Lazio è costantemente impegnata per garantire servizi sul territorio in grado di prevenire, curare e accompagnare in un percorso di riabilitazione le persone che sono affette da gioco d’azzardo patologico, che ricordo essere una dipendenza che non va confusa con l’approccio sano a questa attività, dove il diretto interessato pratica il gioco in maniera equilibrata con una consapevolezza reale della probabilità di vincita e senza l’eventuale compromissione delle proprie condizioni economiche.

Con la Legge regionale n. 5 del 5 agosto 2013 abbiamo emanato disposizioni per promuovere la consapevolezza dei rischi correlati al gioco, ancorché lecito, al fine di salvaguardare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione e per valorizzare la cultura del gioco misurato.

Questa norma, fermo restando il rispetto delle disposizioni statali in materia, ha introdotto, tra le varie misure, il cosiddetto “distanziometro”, ossia il divieto per gli esercizi di aprire sale da gioco o tenere slot machine nel raggio di 500 metri da aree sensibili, come centri giovanili, istituti scolastici, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale, luoghi di culto; l’atto regionale stabilisce inoltre che tutte le attività presenti sul territorio, anche quelle già esistenti, saranno sottoposte ai rigori del distanziometro da settembre 2022.

Questa Legge si inserisce in maniera adeguata nella pianificazione regionale nell’ambito del Gap, considerando che, tra l’altro, l’azione regionale si basa su una programmazione multifattoriale e multidimensionale che va a promuovere sul territorio una vera e propria concertazione con tutte le realtà coinvolte.

Ricordo infatti che abbiamo stanziato 14,5 milioni di euro per il Piano regionale biennale sul gioco d’azzardo patologico in modo da sostenere in maniera concreta le persone affette da ludopatia con percorsi specifici di orientamento e riabilitazione. Andremo così ad agire a tutto campo informando e sensibilizzando studenti, anziani e famiglie sui rischi reali di questo fenomeno, aiutandoli a riconoscere i possibili “sintomi” della patologia in modo da prevenirla. Saranno anche incentivate le misure volte al contrasto del sovraindebitamento e dell’usura e punteremo sulla formazione degli operatori e del personale delle sale da gioco, implementando la responsabilità sociale dei gestori per sviluppare la capacità di valutazione di una possibile dipendenza. Altro aspetto di fondamentale importanza quello relativo alla cura dei cittadini, con un incremento dell’offerta di trattamenti di riabilitazione presso le strutture specialistiche adeguate.

Il faro che guida il nostro operato è pertanto quello di garantire il contrasto alla dipendenza, nell’ottica di una prevenzione e riabilitazione spalmata su più livelli.

Non crede sarebbe più opportuno attendere la Legge di riordino nazionale del settore, che il sottosegretario al MEF Federico Freni ha già presentato al Governo, prima di far entrare in vigore tale normativa regionale?

La Regione è intanto intervenuta con questa normativa per garantire la tutela dei cittadini affetti da gioco d’azzardo patologico.

In molti temono, come prospettato anche dal Procuratore Nazionale Antimafia Cafiero De Raho e da indagini di varie Università ed Istituti, che togliendo spazio alle attività di gioco legali si favorirà un aumento dell’illegalità anche nella Regione Lazio

Non credo che l’applicazione delle Legge regionale comporti questo rischio, fermo restando e considerando che la nostra attenzione sul territorio è sempre molto alta. E proprio per questo motivo abbiamo coinvolto anche gli Enti del Terzo Settore, stanziando 3 milioni per una Manifestazione di Interesse rivolta alle Aziende pubbliche di Servizi alla Persona (ASP) che potranno adottare appositi avvisi pubblici riservati agli ETS in modo da realizzare interventi mirati e specifici per impedire il diffondersi del Gap.

Un provvedimento che nasce dalla consapevolezza che le Asp (Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona) e gli Enti del Terzo Settore, operando in sinergia con Regione ed enti locali, rappresentano un nodo fondamentale della rete integrata dei servizi territoriali e permettono alle istituzioni di raggiungere le istanze e le esigenze dei cittadini in maniera ancora più puntuale e capillare.

È evidente, pertanto, che sono tante le azioni che stiamo mettendo in campo, che ci permetteranno sia di superare la frammentarietà degli interventi sia di contrastare il gioco d’azzardo illegale.

Regione Lazio Presidente Zingaretti

cdn/AGIMEG