Il prossimo 31 marzo il Pubblico ministero del Tribunale di Bologna presenterà la propria requisitoria per gli imputati nel processo “Black Monkey”. Per l’associazione Astro, il processo, che si avvia all’epilogo dopo due anni di dibattimento, è il primo “allestito contro il gioco illegale, quel gioco illegale giustamente additato da tutti come canale privilegiato per le attività criminali organizzate, e troppo frettolosamente assimilato (da molti) al gioco lecito”, si legge nella nota di Astro, quando “occasionalmente inquinato da una infiltrazione o da una devianza illecita, sempre possibile in ogni azienda. Una differenza tra gioco legale e gioco illecito c’è, e non è meramente terminologica – ricorda ancora l’associazione – il primo si è costituito parte civile nel processo intentato al secondo, e nel sostenere l’azione penale istituzionalmente attivata, presenterà il conto dei danni quando sarà il momento delle conclusioni delle parti civili. Ciò che per molti è solo una notizia per Astro è la differenza: la differenza tra tutelare la legalità e parlare di legalità”. Il processo è stato lungo, “ma per certi versi molto istruttivo, soprattutto quando, ad uno ad uno, i nomi delle aziende clienti dei prodotti illegali distribuiti dagli imputati sono emersi in tutta la loro evidenza e consapevolezza. Una lezione che in Astro è stata ben studiata e che ha ulteriormente ispirato l’azione associativa nei momenti in cui si è periodicamente dovuto deliberare il mantenimento della propria linea, piuttosto che la sua apertura a forme di più indiscriminata rappresentanza”. dar/AGIMEG