Frosini (IGT): “Per sostenere la cultura non servono nuove tasse ma si può partire dal gettito attuale”

“Oggi parliamo di cultura e non di giochi. Quando ne parleremo, per la questione dei numeri della ludopatia andrà fatta un’analisi seria. Il professor Tremonti sosteneva che la cultura non si mangia. All’epoca ero stato folgorato da questa idea. Ho cercato di fare in modo che durante gli anni anche l’impegno delle aziende in cui mi è capitato di militare potesse essere messo al servizio di questo pensiero. La verità è che va tenuto conto che questa non deve essere l’elemosina che privati e istituzioni chiedono a Via XX Settembre ma deve essere un ragionamento più organico. I settori, non solo dei giochi ma tutti quelli regolati, producono gettito fiscale significativo (giochi e tabacchi sono il primo settore di fiscalità volontaria dopo l’Irpef). L’ipotesi di poter destinare non nuove tasse, ma una porzione del gettito già previsto a sostenere le attività descritte potrebbe essere interessante e da valutare. Sono convinto che la strada della formazione e del sostegno alla cultura possa essere una chiave importante per misurare il grado di civiltà del nostro sistema”. E’ quanto ha detto Giuliano Frosini, Senior VP Institutional Relations, Public Affairs and Media Communication, IGT, in occasione del talk “Il contributo privato alla valorizzazione”. L’evento è finalizzato a favorire un confronto tra decisori pubblici e autorevoli stakeholder sugli interventi da mettere in campo, attraverso nuove forme di collaborazione tra attori pubblici e privati, per sostenere il rilancio del settore della cultura, che è stato duramente colpito dalla pandemia. cdn/AGIMEG