Frosini (IGT): “Per il gioco si dovrebbe pensare ad una tassa di scopo, con la quale destinare una parte degli utili erariali ad attività a sostegno della cultura”

“Lavoro per un’azienda che appartiene al settore delle lotterie pubbliche. Settore contrastato nel periodo recente, ma che ha avuto una storica identità nel sostegno al mondo della cultura. Sin dal 1996, la Legge Veltroni destinava una porzione degli utili del gioco del Lotto a sostegno e alla valorizzazione di beni monumentali del patrimonio artistico. Una grande parte delle straordinarie bellezze che oggi possiamo visitare, sono state restaurate con questi fondi. Successivamente, a seguito di una serie di motivi, tra cui il contrasto che si è creato verso il settore dei giochi pubblici, ha fatto affievolire questo intervento. Fino al 2018 quando il Decreto Dignità ha vietato la possibilità ad alcuni settori di poter intervenire a sostegno delle iniziative anche della cultura. Ha vietato le sponsorizzazioni. Questo è un problema che riguarda il settore del gioco che è para-pubblico, basato sul meccanismo concessorio, un meccanismo dell’appalto del pubblico, con una traslazione di poteri pubblici e privati. Sarebbe più semplice per questo settore offrire un contributo che sia vincolato alle proprie attività e finalizzato alle attività di sostegno. La cosa probabilmente più semplice da fare è provare a fare una riflessione. La mia proposta è quella di valutare una tassazione di scopo, una tassa di destinazione. Si potrebbe pensare di destinare una parte di utili erariali ad attività specifiche di sostegno alla cultura, in parte alla valorizzazione del patrimonio ma anche alle attività culturali. E’ un’esperienza che viene fatta a livello internazionale. In Inghilterra ad esempio esiste da tempo una tassa di scopo con la quale la lotteria Camelot sostiene attività culturali o sociali. Ci sono anche altre esperienze in varie parti del mondo”. E’ quanto ha detto Giuliano Frosini, Senior VP Institutional Relations, Public Affairs and Media Communication, IGT, in occasione del talk “Il contributo privato alla valorizzazione”. L’evento è finalizzato a favorire un confronto tra decisori pubblici e autorevoli stakeholder sugli interventi da mettere in campo, attraverso nuove forme di collaborazione tra attori pubblici e privati, per sostenere il rilancio del settore della cultura, che è stato duramente colpito dalla pandemia. “Nel 2006, il Comitato Olimpico Toroc si trovò alle prese con un buco di bilancio. Fu autorizzata per quell’occasione la destinazione di una piccola porzione di utile erariale di un Gratta e Vinci dedicato al finanziamento di Toroc. Questo meccanismo consentì a Toroc di ripianare il debito e di poter realizzare plusvalenze da destinare a una migliore realizzazione dei Giochi. Chiedo se per caso possa essere di interesse valutare meccanismi di questo genere”, ha aggiunto. cdn/AGIMEG