eSports, ecco il Manifesto Legale: problemi normativi e soluzioni per il settore in Italia

Giunge alla terza edizione il Manifesto Legale degli Esports, il testo di riferimento in Italia per quanto riguarda l’analisi delle criticità e la proposta di soluzioni nel settore degli Esports.

In risposta ai recenti sviluppi sul riconoscimento degli Esports da parte del Parlamento Europeo e del CIO, e dopo l’Esports Legal Forum tenutosi il 21 novembre a Roma, dove gli studi legali membri di OIES hanno discusso sui temi chiave della regolamentazione del settore, l’Osservatorio Italiano Esports pubblica la terza edizione del Manifesto Legale degli Esports.

Il Manifesto rappresenta ormai un punto di riferimento per gli operatori del settore, in quanto fornisce delle interpretazioni su come muoversi all’interno di un ambito che, nonostante l’innegabile crescita dal punto di vista economico e sociale, non è ancora regolamentato.

A proposito di regolamentazione, altro scopo del testo è quello di fornire spunti utili proprio alle istituzioni, per far sì che si arrivi il prima possibile a una normativa chiara che aiuti la crescita di tutto il settore Esports in Italia.

Alla stesura del Manifesto Legale degli Esports hanno contribuito diversi studi legali membri dell’Osservatorio, i quali hanno preso in analisi le tematiche più importanti dal punto di vista normativo e hanno cercato di proporre delle possibili soluzioni alle criticità che affliggono attualmente il settore.

Dagli NFT al Langate, sono diversi i temi trattati nel Manifesto. Di seguito gli studi legali che sono intervenuti e gli argomenti analizzati.

Luca Pardo, Founding Partner di Ontier Italia, in merito al tema del diritto d’autore dei publisher chiarisce che l’Unione Europea dovrà dare priorità alla definizione delle condizioni di soddisfacimento di requisiti importanti dello sfruttamento delle licenze, in modo tale da permettere a tutti di accedere alle medesime opportunità e mantenere alta la competitività del mercato. 

Giulietta Minucci, Senior Associate di Lexia Avvocati, nel suo intervento sulla vendita degli NFT specifica come l’assenza di una normativa ad hoc non significhi “no rules”. Gli NFT, anche ove applicati al gaming, necessitano di un corretto inquadramento giuridico, frutto di una attenta analisi della normativa a tutela dei consumer, della proprietà intellettuale e del diritto d’autore e della disciplina relativa ad eventuali adempimenti regolamentari. 

Carlo Rombolà, Founding Partner dello Studio Rombolà & Associati, presenta le nuove figure professionali collegate agli Esports e chiede che venga data loro pari dignità rispetto alle professioni sportive, attraverso una compiuta regolamentazione. 

Biagio Giancola, Legal Partner dello Studio Martinelli Rogolino Giancola, sul riconoscimento degli Esports osserva che la loro regolamentazione ufficiale europea permetterebbe di stabilire maggior equilibrio tra le varie discipline sportive, gestite localmente dalle varie federazioni senza scopo di lucro, e l’atteggiamento business-oriented dei publisher sugli sport virtuali che rischierebbe di gravare eccessivamente sulla sfera professionale e psicofisica dei player. 

Stefano Sbordoni, Managing Partner & Founder dello Studio Sbordoni & Partners, nella sua analisi di betting e concorsi a premio negli Esports spiega che la distanza tra publisher e istituzioni è ancora molto ampia. I progetti di legge più recenti sono poco adeguati alla regolamentazione del settore su territorio nazionale, ma è innegabile che i segnali d’interesse della politica italiana al settore siano sempre maggiori. 

Niccolò Travia, Managing Partner dello Studio Lorenzoni, ricostruisce le vicende del caso Langate e suggerisce come, in attesa di sviluppi legislativi, si potrebbe lavorare in via regolamentare sulle norme tecniche esistenti. In questo modo l’ADM, eventualmente utilizzando i protocolli di comunicazione già in uso per i concessionari del gioco online, potrebbe accedere da remoto ai PC utilizzati per gli Esports, che comunque, se connessi in rete, dovrebbero poter accedere unicamente ai server che ospitano le competizioni.

Giunti alla terza pubblicazione del Manifesto Legale degli Esports, l’auspicio è che le istituzioni competenti possano indicare un quadro di regole chiaro agli operatori del settore in tempi ragionevolmente brevi. In questo senso, è incoraggiante il recente riconoscimento ufficiale da parte dell’Unione Europea nei confronti degli Esports, non solo come fenomeno economico ma anche culturale. lb/AGIMEG