Rapporto Clusit 2015: il rischio riciclaggio nei giochi cresce con l’utilizzo dei bitcoin

Il gioco è tra i settori più utilizzati per il riciclaggio e il fattore di rischio aumenta se vengono utilizzati i bticoin. Le valute virtuali consentono infatti a chi le utilizza di mantenere l’anonimanto: “anche se questa possibilità “non è una caratteristica intrinseca”, osserva il Clusit, “lo scambio di bitcoin avviene molto spesso attraverso l’utilizzo di Tor che consente di proteggere l’identità degli utenti”. Inoltre, il rischio di riciclaggio è favorito da un vuoto normativo, dal momento che “Allo stato nessuno dei soggetti che operano nel settore delle criptovalute rientra in modo evidente nelle categorie previste dal d.lgs. 231/07”, appunto il testo che dovrebbe arginare il fenomeno. “In assenza di una normativa ad hoc, il fenomeno del riciclaggio attraverso l’utilizzo delle critpovalute sta rapidamente proliferando attraverso l’utilizzo di casinò on line o altre forme di offuscamento del denaro proveniente da attività illecita” sottolinea quindi l’Associazione italiana per la sicurezza informatica. Ma anche gli operatori legali, in alcuni casi, possono essere utilizzati per riciclare proventi di attività criminali: “alcuni soggetti in modo fraudolento, carpiscono ad ignari cyber utenti le credenziali dei mezzi pagamento elettronico e, poi, le utilizzano per alimentare conti di gioco, sostituendosi all’identità informatica dei legittimi titolari di centinaia di carte di credito (mediante il cosiddetto “furto dell’identità digitale”). In seguito i “borsellini elettronici”, utilizzati per giocare online e per effettuare scommesse su Internet, vengono di fatto “svuotati” prelevando con carte prepagate attivate ad hoc o attraverso bonifici bancari, le somme di denaro indebitamente sottratte, in precedenza, agli intestatari delle carte di pagamento”. gr/AGIMEG