Camera, FdI: “Differire ripresa dell’attività svolta dall’Agenzia delle entrate per tutelare famiglie e imprese”

Alla Camera si torna a parlare di sostegno alle imprese colpite dalla crisi dovuta dall’emergenza Coronavirus. Deputati FdI hanno presentato un’interrogazione al Ministro dell’economia e delle finanze per sapere “premesso che: il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, nel corso dell’audizione alla Camera dei deputati per l’esame del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 (« decreto liquidità »), ha sostenuto che, nel caso non saranno previste ulteriori proroghe, dal 1° giugno 2020 ripartiranno tutti i controlli ordinari fiscali per il 2020 e riprenderà l’attività di comunicazione per 8,5 milioni di atti, da parte dell’amministrazione finanziaria, nei confronti dei contribuenti; tale decisione, deriva dalla prossima scadenza del 31 maggio, data nella quale termina la sospensione che la stessa Agenzia delle entrate ha stabilito a seguito dell’introduzione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 marzo 2020 che disponeva la chiusura delle attività economicoproduttive nell’intero Paese; l’intervento del responsabile dell’Agenzia delle entrate si è concluso sostenendo inoltre che, in pratica, l’Agenzia, non avrebbe avuto bisogno dei due anni supplementari che il Governo aveva inizialmente previsto (norma successivamente soppressa) e che, nell’ottica dell’amministrazione finanziaria, quella norma era stata disposta addirittura per favorire i contribuenti, in quanto finalizzata a dilazionare nel tempo i controlli fiscali e le comunicazioni di irregolarità; le dichiarazioni del direttore dell’Agenzia delle entrate, a giudizio degli inter- roganti, destano sconcerto e preoccupazione, in relazione alla scarsa considerazione delle condizioni economiche e sociali di estrema emergenza in cui versano la maggior parte dei contribuenti del Paese, (famiglie e imprese) a causa della gravissima pandemia che ha coinvolto l’intero territorio nazionale, i quali con ogni probabilità saranno nell’impossibilità di adempiere alle prossime scadenze fiscali previste, a seguito della perdita del posto di lavoro o del blocco dell’attività professionale; al riguardo, sarebbero state evidentemente più adeguate e apprezzate da parte dell’Agenzia delle entrate, secondo gli interroganti, espressioni più morbide e di sostegno nei confronti dell’intera platea dei contribuenti italiani, in relazione alla situazione attuale in cui versa il Paese, i cui effetti negativi e penalizzanti della sospensione dell’attività lavorativa praticamente per ogni settore, peraltro decisa dal Governo, rendono impraticabile il pagamento delle prossime scadenze fiscali; si evidenzia che l’Associazione nazionale dei commercialisti, sul punto, ha evidenziato l’urgenza di introdurre rapide misure legislative, finalizzate a rimodulare i termini di tutte le attività di liquidazione, accertamento, controllo e riscossione delle imposte –: quali orientamenti il Ministro interrogato intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa e se non convenga sulla necessità urgente e indifferibile di adottare ulteriori adeguate iniziative normative volte a differire il termine attualmente previsto del 1° giugno 2020 per la ripresa dell’attività svolta dall’Agenzia delle entrate, di liquidazione, accertamento, controllo e riscossione delle imposte, al fine di sostenere le famiglie e le imprese nel fronteggiare le conseguenze economiche di questa gravissima emergenza epidemiologica”. cdn/AGIMEG