Tasse e burocrazia, così scompaiono calciobalilla e flipper: la denuncia da Forlì alla riviera romagnola

Una partita di calciobalilla, il passatempo più innocente che ha accompagnato intere generazioni nei pomeriggi estivi. Una giocata al flipper, sfidandosi con gli amici per trascorrere del tempo in compagnia. Tutto questo sta scomparendo: la denuncia arriva proprio dalla “patria” delle sale gioco e dei circoli ricreativi, la riviera romagnola e in particolare la provincia di Forlì.

La tassazione sul calciobalilla e i flipper e la difficoltosa dichiarazione da presentare al sito di ADM stanno portando gli esercenti a disfarsi dei giochi-simbolo dell’estate italiana. Entro il 16 marzo, infatti, va pagata una tassa forfettaria di 40,80 euro per ogni calciobalilla presente all’interno di una sala o un circolo, cifra che sale a 87,20 euro per ogni flipper. Per chi possiede più di un macchinario, si parla quindi di centinaia di euro.

Ma non solo, perché una recente norma ha imposto la registrazione di questi apparecchi sul sito dell’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, ma la procedura appare complessa e macchinosa. Fisco e burocrazia stanno quindi mettendo a serio rischio la presenza dei biliardini e dei flipper negli esercizi di Forlì e provincia, compresi i numerosi comuni sulla riviera.

“L’autocertificazione online sul sito dell’ADM ha scoraggiato i gestori, che piuttosto decidono di sbarazzarsi dei giochi”, l’allarme di Luca Conti, segretario organizzativo Adi Forlì-Cesena, sulle pagine del Resto del Carlino. A denunciare una situazione preoccupante anche Frida Forlivesi, presidente del comitato di Forlì dell’Arci: “Ormai non saranno più di 4 o 5 le realtà sul territorio che hanno al loro interno calciobalilla o flipper”. lb/AGIMEG