STS. Trasferire la ricevitoria? E’ come giocare a “Monopoli”

Il “Signor Rossi”, titolare di una bella tabaccheria con annessa ricevitoria SuperEnalotto, si è trasferito da “Vicolo Corto” a “Vicolo Stretto”. Purtroppo, – riporta il Sindacato dei Totoricevitori Sportivi – è stato costretto a passare per la casella “imprevisti” che gli ha riservato una spiacevole notizia: prima di essere nuovamente attivo alla raccolta di SuperEnalotto e compagni, passerà un tempo indefinito – anche due-tre mesi – a causa delle procedure burocratiche e tecniche legate principalmente al trasferimento della linea telefonica.

Il percorso verso la ripresa dell’attività di raccolta, già di per sé lungo e impervio, comporta pure il passaggio obbligato per la casella “tassa di lusso” per effetto della quale al “Signor Rossi” viene addebitato il costo relativo alle pratiche amministrative per il trasferimento: 250 euro più iva al 21%.

E’ una penalità che da una parte è esagerata (se si pensa che la pratica consiste in un semplice cambio anagrafico e all’uscita eventuale di un tecnico) e dall’altra è del tutto abietta (perché il “Signor Rossi” – non potendo attingere alla cassa del SuperEnalotto – sborsa la somma letteralmente di tasca propria!).

Ogni mese di attesa, poi, si involano pure i soldi delle rate del canone per i servizi tecnici, informatici, commerciali e assicurativi erogati dal gestore in funzione della raccolta…
Essendo quest’ultima ferma, lo sono anche i servizi ma il canone si deve pagare ugualmente, altrimenti che “tassa di lusso” sarebbe?

Insomma, fare il trasferimento della ricevitoria Sisal è come giocare a Monopoli assistito dalla peggiore sfortuna: si sta fermi per un turno, come quando la pedina finisce sulla casella “prigione”. cd/AGIMEG