STS. Tegola sulla Sisal: effetto di scelte sbagliate?

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Sisal contro il provvedimento dell’AAMS che le comminava una sanzione di 16 milioni e mezzo per il mancato raggiungimento del livello minimo di raccolta dei GNTN.

La vicenda era iniziata a luglio dello scorso anno allorché l’Amministrazione dei Monopoli aveva constatato che nel bimestre maggio – giugno la raccolta di SuperEnalotto & co. si era fermata a 317 milioni contro i 350 minimi previsti.

 

In tal caso, – scrive il Sindacato dei Totoricevitori Sportivi – secondo quanto previsto dall’atto di convenzione tra Sisal e AAMS, quest’ultima ha facoltà di applicare una penale di 500.000 euro per ogni milione o frazione di milione di mancata raccolta.

Immancabilmente, la Sisal aveva chiesto l’annullamento del provvedimento di ingiunzione al giudice amministrativo, richiesta da quest’ultimo respinta con una sentenza lunga e articolata. C’è quindi da aspettarsi che la società di Milano presenti appello al Consiglio di Stato.

In attesa di seguire gli sviluppi della vicenda e a prescindere dal suo esito, osserviamo che essa dimostra come la cura e lo sviluppo costanti del prodotto di gioco – in questo caso il SuperEnalotto – fondamentali ai fini del rendimento del prodotto stesso, non possano prescindere da una oculata organizzazione e gestione della rete di raccolta.

Il cui sovradimensionamento territoriale, realizzato da Sisal negli ultimi tempi e sempre duramente stigmatizzato dal nostro Sindacato, ha senza dubbio giocato un ruolo determinante nel calo della raccolta.

Auspichiamo che un’inversione di tendenza rispetto alla polverizzazione della rete possa riportare l’equilibrio nei rapporti tra ricevitori e provider.

Del resto, se è vero che l’esperienza insegna, suggeriamo ai concessionari di dedicare maggiore attenzione alle indicazioni provenienti da chi, tra tutti, ha maggiormente il polso della situazione ovverosia la rete dei ricevitori.

rg/AGIMEG