Ughi (Snai Servizi): “Discriminazioni o no per la tutela del cittadino il settore delle scommesse non può viaggiare su un doppio binario”

“Chiedo solo che in Italia ci sia un sistema ben definito per le scommesse sportive. Nella battaglia che sto portando avanti sto chiedendo allo Stato di intervenire affinché non esista il doppio regime pubblico e privato. Le risposte, almeno quelle che attendevo, non sono ancora arrivate”. Maurizio Ughi, amministratore unico di Snai Servizi, commenta così ad Agimeg la nota di John Whittaker, ceo Stanleybet. Con la stessa il bookie di Liverpool aveva accusato Agisco di “attaccare il sistema dei ctd, puntando alla destabilizzazione del sistema concessorio”.
“Le mie idee non cambiano, nonostante questa comunicazione così aggressiva da parte di Stanleybet – spiega Ughi -. Non so cosa succederà nel 2016, se lo Stato riuscirà a risolvere il difficile nodo delle scommesse, a venire incontro alle rivendicazioni di Stanley e a risolvere le loro presunte discriminazioni. Io sto solo spronando lo Stato italiano a prendere un indirizzo ben preciso. Nel 2016, nel caso decidessi di aprire un negozio per le scommesse sportive, vorrei avere bene chiara la situazione. Le recenti azioni di Snai Servizi, gli appelli alla politica, servono soprattutto a mettere in luce una distinzione elementare, ovvero tra le scommesse pubbliche e quelle private. Nel primo caso si parla della vendita di un bene pubblico attraverso una disciplina statale, nel secondo si parla di un atto individuale indipendente da quanto regolamentato in Italia. Nessuno vuole portare avanti una battaglia contro i Ctd, ma per la tutela del cittadino è bene stabilire che non può restare in piedi un doppio regime”.
Per quanto riguarda la nota pubblicata da Whittaker, Ughi affronta una questione nel merito. “Mi viene da pensare solo una cosa – conclude Ughi – ma considerando anche la presunta discriminazione, questo mi autorizza davvero ad aprire tutti i punti che voglio?”. cz/AGIMEG