Ughi (Mathesis) “Con il bando velocità diverse tra le agenzie “rinnovate” e quelle di nuova istituzione”

Gara “strana” e con due prospettive ben distinte per agenzie rinnovate e quelle nuove. Questi i punti principali di una intervista rilasciata ad Agimeg da Daniele Ughi della Mathesis, società di consulenza specializzata nell’assistenza finanziaria alle società del settore giochi.

Quali sono le sue prime impressioni dopo l’apertura delle buste delle offerte del bando per l’aggiudicazione delle nuove concessioni?

Sinceramente non mi aspettavo un numero di offerte così elevato. Come non mi aspettavo prezzi così alti. Lasciando da parte l’offerta record di oltre 100.000 Euro che può essere stata motivata di ragioni specifiche, sono moltissime le offerte oltre i 30.000 Euro e numerosissime anche quelle oltre i 40.000. Da ammortizzare in meno di tre anni. Non dimentichiamo che i diritti che andranno a coprire i punti già attivi con vecchie concessioni sono circa 700 e che gli ulteriori 1300 punti saranno nuove aperture. Non credo che il mercato sarà in grado di assorbire un ampliamento della rete di queste dimensioni e di conseguenza non credo che, mediamente, gli investimenti fatti dagli operatori per avviare la nuova rete saranno ripagati.

Cosa prevede che accadrà nei prossimi anni?

Prevedo una selezione della rete e la creazione della base sulla quale poggerà la struttura della raccolta giochi in rete fisica dopo il 2016. Anno nel quale tutte le concessioni attualmente attive, comprese quelle in corso di assegnazione, saranno rimesse a bando o attribuite in forma autorizzativi.

E quindi, in termini concreti?

Molti dei diritti in corso di assegnazione finiranno all’interno di strutture già avviate e attualmente dedicate agli apparecchi da intrattenimento. In situazioni come queste i diritti saranno gestiti alla stregua di corner e grazie al fatto che allestimenti e costi fissi sono sostanzialmente già pagati dall’attività pre-esistente, l’investimento per l’avviamento sarà limitato – concessione e un po’ di tecnologia specifica – e potrà dare ritorni. Non particolarmente elevati ma certamente soddisfacenti, anche in termini di completamento dell’offerta.

L’apertura ex-novo di agenzie di scommesse tradizionali, sebbene con il supporto dei ricavi derivanti dalle  VLT, mediamente non sarà in grado di andare a regime nei tre anni di durata delle concessioni e dare ritorni sull’investimento. I costi di gestione di un’agenzia non sono inferiori ai 120.000 Euro annui ai quali deve essere sommato l’ammortamento della concessione e dei costi di allestimento ex-novo del locale. Considerato almeno un anno di avviamento a bassissimi volumi, il risultato sarà quello di veder chiudere moltissimi punti. Inoltre, per quanto bassi, tali volumi di raccolta, saranno sottratti alle agenzie esistenti, molte delle quali già oggi sono in precario equilibrio, con ovvie conseguenze.

Secondo lei da cosa deriva tutto ciò?

Dal fatto che, da un lato l’errata convinzione che il business dei giochi sia semplice e comunque remunerativo spinge operatori, anche improvvisati ad investire con il miraggio di facili ritorni. Dall’altro lo stato fa cassa assecondando questa convinzione, ampliando la rete a dismisura, senza un preciso disegno e senza valutare le conseguenze non di medio ma neanche di breve termine.  A tutto ciò si aggiunge la battaglia, ormai persa, nei confronti della vastissima rete parallela degli operatori privi di concessione italiana. sb/AGIMEG