Ughi (Comitato Presidenza GiocareItalia): “Introdurre tassa di scopo per recuperare la dignità del settore. Chiediamo dilazione dei pagamenti dell’imposta unica e del Preu e una riduzione della tassazione nel 2021”

“La cattiva politica fatta in questi ultimi anni ha portato una scarsa considerazione del settore. Alcuni nostri parlamentari e ministri ci insultano quotidianamente in quanto ritengono che il gioco sia una cosa non essenziale, mentre invece a mio giudizio è necessaria per la salute del cittadino. Al di là dell’abuso, che va combattuto e che condanniamo, nonostante i malati di gioco siano pochissimi rispetto a quanti lo praticano in modo sano, il gioco fa bene perché il cliente si distrae, partecipa all’evento sportivo. In questo momento storico ci hanno insegnato a stare chiusi in casa, per fuggire dal virus, ma noi abbiamo bisogno di stare in comunità. Quando tutto sarà finito, la gente vorrà tornare a giocare, a passare del tempo con gli amici magari in un’agenzia di scommesse, che offre gioco ma soprattutto intrattenimento”. Lo ha detto Maurizio Ughi, del Comitato di Presidenza della Confederazione GiocareItalia, nel corso della diretta con il direttore di Agimeg, Fabio Felici. “Credo che una riapertura a inizio dicembre sia difficile, più facile che avvenga a inizio del prossimo anno. Ma sono sicuro che quando si potranno riaprire le agenzie, la gente tornerà nuovamente nelle nostre sale come accaduto a giugno”.
Per Ughi sarebbe necessario dimostrare come i soldi provenienti dal gioco vadano a beneficio della collettività. “Da sempre il settore del gioco è vicino alle persone più deboli, ad esempio con iniziative come Telethon, così come siamo vicini anche a chi abusa del gioco. Ritengo si debba introdurre una tassa di scopo, da destinare ad esempio al sistema sanitario, in quanto i soldi che incassiamo sono dei cittadini, parliamo di 20 miliardi di spesa dei giocatori di cui 11 miliardi finiscono nelle casse erariali. Dobbiamo per ripristinare la credibilità del settore, in quanto siamo indispensabili. Il nostro comparto è in proroga da tanto tempo e si pensa di rimanere in proroga per altri 3 anni, per questo bisogna che il settore sia aiutato a sopravvivere fino a quel momento. Lo Stato sa che se non abbiamo soldi, non possiamo partecipare alle gare, mentre ci deve mettere in condizione di farlo. Per questo motivo chiediamo una dilazione dei pagamenti dell’imposta unica e del Preu, affinché possano essere ripartirli nei 12 mesi successivi a far data dall’inizio vero e duraturo dell’attività. Serve quindi ridurre la tassazione nel 2021 e dare la possibilità di restituire entro il 2022 quello che non possiamo versare in questo momento”.
Ughi è stato critico nei confronti di ADM, che “parla con i concessionari, ma non con le associazioni di categoria, che stanno sul territorio e conoscono meglio la situazione delle attività di gioco”, così come nei confronti del Governo che “ha fatto una legge contestata e criticata in quanto ha aumentato la tassazione sulle scommesse dello 0,50% quando le agenzie erano chiuse, dunque andando a chiedere soldi quando non si genera cassa”. Per Ughi serve “recuperare la dignità persa con il decreto dignità. Come imprese di gioco abbiamo una grande responsabilità nei confronti dei nostri dipendenti e delle loro famiglie, nei confronti dei nostri clienti e nei confronti delle nostre imprese che, rimanendo chiuse più a lungo di altre attività commerciali, necessitano di ristori maggiori, di liquidità per affrontare questo periodo e poter riaprire”. cr/AGIMEG