Terrybet e Punto Gioco al Tar per l’esclusione dalla gara per le 2000 agenzie di scommesse

Terrybet conferma la domanda sospensiva nel ricorso intentato al Tar Lazio contro l’esclusione dalla gara per le 2mila agenzie di scommesse. I Monopoli avevano disposto l’esclusione per presunte irregolarità nella presentazione della domanda. La compagnia aveva ottenuto un decreto decreto cautelare dal Presidente della Seconda Sezione l’8 marzo scorso, nella successiva udienza del 21 marzo il Collegio aveva adottato però un provvedimento interlocutorio. Aveva infatti chiesto all’Avvocatura di presentare la documentazione attinente alla domanda presentata da TerryBet per poterne vagliare la completezza. La compagnia intanto aveva potuto partecipare all’apertura della busta B in virtù del decreto cautelare originario, il Collegio infatti aveva ritenuto opportuno non concedere un’ordinanza sospensiva. Nella nuova udienza in camera di consiglio di oggi, l’Avvocatura di Stato ha esibito la documentazione richiesta dal Collegio, asserendo che la compagnia non avrebbe allegato cinque dei documenti richiesti. La compagnia ha comunque reiterato la domanda sospensiva. gr/AGIMEG

Punto Gioco impugna esclusione gara scommesse. Tar deciderà su valore elenco istituti abilitati pubblicato sul sito di BankItalia

Punto Gioco ha impugnato di fronte al Tar Lazio l’esclusione dalla gara per le 2mila concessioni delle scommesse e nell’udienza di questya mattina ha chiesto al Collegio di confermare con ordinanza il decreto presidenziale con cui era stata ammessa allo spoglio delle offerte economiche. La vicenda ruota intorno alla fideiussione prestata dalla compagnia, quaeta infatti si era affidata a un istituto di credito inglese che – al momento della presentazione della domanda per la gara – risultava come abilitato in base all’elenco pubblicato sul sito della Banca d’Italia, nonostante fosse già stato depennato. Per l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la compagnia avrebbe dovuto rivolgersi direttamente alla Banca d’Italia per accertare la posizione dell’isituto inglese, considerando anche il fatto che quest’ultimo non fosse particolarmente noto. La compagnia invece fa leva sulla propria buona fede – essendosi basata sull’elenco pubblicato sul sito ufficiale di Palazzo Koch – e chiede di poter essere rimessa nei termini per presentare una nuova fideiussione. Il Collegio insomma viene chiamato a decidere che valore abbia il sito internet della Banca d’Italia. gr/AGIMEG