Tar: il distanziometro di Reggio Emilia non provoca alcun effetto espulsivo, le sale scommesse possono trasferirsi su un tratto della via Emilia all’Ospizio o su una rotonda

“L’asserito effetto espulsivo – del distanziometro di Reggio Emilia, ndr – risulta smentito anche in questo giudizio dalla documentazione depositata” dalle sale scommesse, infatti la perizia di parte evidenzia che nell’intero Comune ci sono “almeno due aree ‘commercialmente fattibili’ in cui è consentita l’attività di raccolta scommesse”. Oltretutto, le sale scommesse non hanno fornito “alcun elemento idoneo a dimostrare l’impossibilità di insediamento dei propri esercizi in tali aree”, si sono limitate a affermare che queste due aree sono insufficienti “in rapporto alle oltre 50 sale presenti nel territorio comunale”. Lo scrive il Tar Emilia Romagna respingendo i ricorsi intentati da alcune agenzie di scommesse. Il comune di Reggio Emilia – a fine 2020 – ne aveva disposto la chiusura visto che non rispettavano le distanze minime dai luoghi sensibili. Le sale nel corso del procedimento avevano depositato una perizia, dimostrando che le distanze minime dai luoghi sensibili coprono più del 99% del territorio comunale, resta libera solamente una “minuscola porzione di territorio” ovvero una superficie di “0,097Kmq pari allo 0,04% del totale”. Ipoteticamente restano fruibili 5 aree, che tuttavia non sempre possono ospitare delle sale da gioco: tre di queste aree – si sottolinea ancora nella perizia – sorge un centro commerciale che ha degli orari di apertura incompatibili con quelli quelli di un’agenzia di scommesse. Alla fine restano quindi solamente l’area che si affaccia sulla rotonda tra via Cisalpina, viale Regina Margherita e via Adua, e un tratto di ben 260 metri di via Emilia all’Ospizio, quello compreso tra via Carlo Ritorni e via Marco Emilio Lepido. lp/AGIMEG