“Le scommesse fanno il bene dello sport?”, Fara (Pres. Eurispes): “Limitando il gioco legale si regalano spazi a quello illegale. Bisogna credere nel senso di responsabilità delle persone e non andare su derive proibizionistiche”

“L’istituto Eurispes si occupa di temi che riguardano la situazione politica, economica e sociale. Dagli anni ’80 ci occupiamo anche di gioco poiché lo consideriamo un asset importante, ma il nostro paese è afflitto dalla doppia articolazione morale perché da un lato incassa più di 10 miliardi ogni anno che sono fondamentali per l’erario, ma dall’altro lato attacca costantemente il settore. Il divieto di pubblicità per le aziende di gioco non ha ragione d’essere e ha motivazioni esclusivamente ideologiche. Ovviamente, quando si precludono le vie legali si mettono in moto i meccanismi illegali. Il gioco è sempre esistito e ha una dimensione uni versale e se l’opinione pubblica sapesse che i ricavi che provengono dal gioco legale servono anche per finanziare opere e servizi pubblici sono sicuro che cambierebbe idea”. E’ quanto afferma il presidente dell’Istituto Eurispes, Gian Maria Fara, durante il panel “Le scommesse fanno bene allo sport?” dell’evento digitale SportLab organizzato da Corriere dello Sport-Stadio e Tuttosport. Fara, rispondendo alla domanda del Direttore dell’agenzia di Stampa Agimeg in merito ai dati forniti dall’Istituto Superiore della Sanità sulle dipendenze presenti in Italia ha affermato: “I ludopatici sono sempre esistiti e se non ci fossero dei punti di gioco legali si rivolgerebbero all’illegalità. E’ pressoché impossibile eliminare tale fenomeno. Inoltre, come ha evidenziato l’ISS, ci sono dipendenze come alcol e fumo che sono ben più pericolose di quella del gioco, ma non è pensabile far chiudere bar e tabaccherie. Dobbiamo confidare nella responsabilità delle persone. Il proibizionismo porta solo ad un incremento del fenomeno dell’illegalità”. ac/AGIMEG