Spirito (presidente CGSS): “Lasciati soli dallo Stato. Il 9 giugno tutti i piazza per far vedere che esistiamo e meritiamo dignità sia come imprenditori sia come lavoratori”

“Il nostro settore è l’unico che non ha una data certa per la riapertura. Nell’ultima diretta di Conte sono state invitate le categorie economiche per essere ascoltate, ma noi non siamo stati neanche nominati. Abbiamo bisogno che i politici ci diano una mano, oltre ad essere garanti per lo Stato, come offerta di gioco legale e garanzia di entrate erariali, vorremmo avere una tutela per quanto riguarda il diritto del lavoro. E’ assurdo non avere risposte dopo tre mesi di lockdown, e per di più essere attaccati da più fronti. Non fa bene a noi,  ai nostri dipendenti e alle loro famiglie”. Lo ha detto Giuseppe Spirito (presidente CGSS, Confederazione Gestori Sale Scommesse), nel corso della diretta Facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, sul tema della ripartenza del settore del gioco. “Purtroppo chi è al Governo non capisce che definendoci operatori del gioco azzardo non ha idea di cosa ha di fronte. Il nostro è un gioco di abilità: scommettere 2 euro su una partita è modo per passare del tempo. Non vogliono capire che scommesse o bingo non rovinano le persone. Nei nostri locali abbiamo una tabella dei giochi proibiti, se i giochi che offriamo non sono proibiti un motivo ci sarà. Non è possibile che da due anni a questa parte il gioco da legale sia considerato illegale. La politica così facendo favorisce il gioco realmente illegale, i .com si stanno arricchendo e lo Stato non incassa un euro”. Il presidente di CGSS dà poi appuntamento a tutti a Roma il prossimo 9 giugno. “Martedì a Roma abbiamo una grandissima opportunità da non sprecare, dove saremo tutti uniti per fare sentire la nostra voce a chi continua a non farci avere una dignità. Faccio appello a tutti, alle sale scommesse, ai bingo, agli stessi concessionari. Il problema infatti è che non finirà tutto con la riapertura: quando riapriremo non avremo da festeggiare, potremmo non arrivare a Natale, con una tassazione così alta per le scommesse, o con i continui innalzamenti del Preu degli apparecchi come è stato negli ultimi mesi. Senza contare che i nostri dipendenti non hanno un contratto nazionale riconosciuto e quando andiamo in banca ci applicano un codice etico, che non ci permette di aprire un conto corrente o chiedere un finanziamento”, conclude Spirito. cr/AGIMEG