Scommesse: Toscana, il sindacato FP-CGIL chiede tutele per i dipendenti ADM impegnati nelle attività di controllo dei CTD

Il sindacato FP CGIL Toscana ha scritto al Direttore dell’Ufficio dei Monopoli della Regione, al Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e alla FP-CGIL nazionale una comunicazione che ha per oggetto la “tutela dei dipendenti dell’Agenzia collegata allo svolgimento delle attività d’Istituto”. “Con la presente – si legge – siamo a segnalare la situazione, ben conosciuta e riportata ampiamente anche dagli organi di stampa, in cui si stanno trovando a operare i dipendenti di Codesta Amministrazione impegnati in attività d’Istituto che riguardano direttamente e/o indirettamente la società di scommesse Stanleybet. Riteniamo che in assenza di concrete azioni dell’Amministrazione a tutela generale e completa dei dipendenti coinvolti o che potrebbero essere coinvolti, gli stessi siano pienamente legittimati a chiedere ed ottenere di essere esonerati dallo svolgere le mansioni richieste. Pertanto chiediamo di conoscere cosa intende fare l’Amministrazione a garanzia dei propri dipendenti e invitiamo la stessa a informarci puntualmente sulle disposizioni in merito già emanate e/o che saranno emanate”. Nell’aprile scorso a fare una richiesta analoga erano stati invece i dipendenti della Lombardia. Allora dissero di essere stanchi “di subire le conseguenze che la norma in materia di scommesse fa ricadere su molti di loro. I dipendenti dell’Ufficio dei monopoli per la Lombardia, senza preclusione di area di inquadramento, sono costantemente chiamati ad effettuare verifiche amministrative e tributarie in materia di gioco e ad affrontare tutte le difficoltà che tali attività comportano. Si tratta di attività di accertamento svolte sul territorio della regione senza esclusione di zone, di ambienti o di tipologia di esercizio che hanno come conseguenza gravi addebiti e pesantissime sanzioni a carico dei contravventori” fanno sapere dalla UIL. “Le grosse responsabilità di cui i funzionari verificatori sono investiti comportano, da sole, situazioni di stress che spesso vengono aggravate dalle reazioni “ostili” dei soggetti controllati. Non è possibile che a ciò si debba aggiungere l’incertezza delle norme da applicare, spesso non chiare,suscettibili di diversa interpretazione o addirittura come nel caso Stanley con dubbi sulla loro applicabilità”. “La guerra in atto dal 2012 tra l’Agenzia e la società di scommesse Stanley che esercità attività di raccolta di gioco in Italia senza la necessaria concessione è arrivata ormai ad un punto che rende insostenibile la situazione per il personale addetto alle verifiche – sostengono le parti sociali – Già in passato la società aveva risposto ad ogni verifica e controllo dell’Agenzia inviando atti stragiudiziali di significazione e diffida al singolo funzionario. Solo nell’anno 2014 sono stati notificati numerosi atti di diffida nei confronti di altrettanti dipendenti della Agenzia delle dogane”. lp/AGIMEG