Scommesse, avv. Agnello: “Per la prima volta la Cassazione riconosce esplicitamente le discriminazioni subite da StanleyBet”

“Oggi, per la prima volta, la Corte di Cassazione III Sezione penale ha confermato, con pronunzia definitiva, che l’operatore Stanleybet è stato discriminato nell’accesso al sistema concessorio italiano”. Lo afferma l’avv. Daniela Agnello, legale del bookmaker anglo-maltese in una nota, spiegando che fino a oggi la Suprema Corte ha sempre disposto il rinvio ai giudici territoriali, ma non ha mai accolto integralmente i ricorsi. “Sino ad oggi, la Corte di Cassazione ha annullato le ordinanze di sequestro e ha indicato al giudice della fase cautelare e del merito i criteri e gli strumenti per verificare la proporzionalità della misura contenuta nel bando di gara Monti e la conseguente natura discriminatoria nei confronti dei singoli operatori comunitari. Non esistono nella recente giurisprudenza della Corte di Cassazione accoglimenti integrali dei ricorsi ma soltanto annullamenti delle ordinanze con rinvio ai Tribunali territoriali. Con sentenza depositata in data odierna la Suprema Corte di Cassazione Terza Sezione Penale ha rigettato il ricorso per Cassazione proposto dal Procuratore della Repubblica di Milano avverso l’ordinanza di disapplicazione della normativa italiana emessa dal Tribunale del Riesame di Milano che accoglieva il ricorso ex art.324 c.p.p. proposto dall’avv. Agnello nell’interesse del centro Stanleybet. Il Tribunale del Riesame di Milano aveva statuito che: “La scelta del predetto operatore economico di non partecipare alla gara bandita in Italia nel 2012 per l’aggiudicazione di concessioni per l’esercizio di scommesse e concorsi pronostici, dunque, non va qualificata come libera scelta imprenditoriale con cui tale operatore si sia auto-escluso dal mercato italiano, bensì come frutto di una violazione del principio di equivalenza che lo Stato italiano avrebbe dovuto osservare nel mettere a concorso un adeguato numero di nuove concessioni del tipo sopra indicato. Poiché al predetto operatore comunitario è stato reso di fatto impossibile conseguire in condizioni di eguaglianza concorrenziale i titoli amministrativi, necessari a stabilire e/o esercitare l’attività di organizzazione di scommesse e concorsi pronostici in conformità alla normativa vigente in Italia. Quest’ultima non può applicare una sanzione penale al ricorrente, che per conto di tale operatore ha svolto tale attività in assenza dei titoli abilitativi. Tanto basta a escludere la rilevanza penale del fatto”. Il Procuratore di Milano ha proposto appello avverso l’ordinanza del Tribunale di Milano che ha rilevato il carattere discriminatorio della disciplina interna. La Corte ha dichiarato che il ricorso del Pubblico Ministero è infondato. La Corte statuisce che “il ricorso è infondato alla luce delle recenti pronunce dalla Corte di Giustizia (sentenza Corte di Giustizia in data 28/01/2016, Laezza, C-375/2014 e ordinanza in data 07/04/2016 nella causa C-65/2015), nei termini contrari all’assunto del P.M. Nelle citate pronunce, la Corte di Giustizia, chiamata a pronunciarsi a seguito di rinvio pregiudiziale del Tribunale di Frosinone e di Bari, ha concluso che «occorre risolvere la questione proposta dichiarando che gli articoli 49 TFUE e 56 TFUE devono essere interpretati nel senso che essi ostano a una disposizione nazionale restrittiva, quale quella in questione nel procedimento principale, la quale impone al concessionario di cedere a titolo non oneroso, all’atto della cessazione dell’attività per scadenza del termine della concessione, l’uso dei beni materiali e immateriali di proprietà che costituiscono la rete di gestione e di raccolta del gioco. Pertanto l’ordinanza del Tribunale di Milano, in linea con le pronunce citate della Corte di Giustizia è corretta.” La pronunzia della Corte di Cassazione dimostra, ancora una volta che la gara Monti è stata per l’operatore Stanleybet una gara non concorrenziale che prevedeva misure non proporzionate, poco chiare e poco trasparenti, rimesse alla discrezionalità dell’amministrazione. Nel frattempo, in tutta Italia vengono emessi provvedimenti di disapplicazione della sanzione penale e di dissequestro dei centri Stanleybet” conclude la nota. lp/AGIMEG