Scommesse, Semoletta (sala Novara): “Il 3 dicembre mi incatenerò davanti al Comune per protestare contro le mancate riaperture, spero che i colleghi di tutta Italia facciano lo stesso. Meglio morire di fame per mano nostra che per mano del Governo”

Dopo il gesto di Antonella, la lavoratrice di una sala bingo di Milano che la scorsa primavera ha portato avanti per giorni, insieme ad una collega, lo sciopero della fame, per protestare contro le mancate riaperture nel settore del gioco dopo la prima ondata di coronavirus, un altro lavoratore di una sala scommesse di Arona, in provincia di Novara, si prepara ad un gesto altrettanto clamoroso. Il prossimo 3 dicembre Claudio Semoletta si incatenerà davanti alla sede del Comune per sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sullo stato in cui versa la categoria dei lavoratori del gioco legale. “Come già sapevano non ci sono speranze di riapertura per noi – ha detto ad Agimeg – non vediamo alcuna forma di manifestazione o intervento da parte di sindacati o associazioni. Il prossimo 3 dicembre inizierò la mia protesta incatenandomi e spero che tutti i miei colleghi di tutta Italia facciano altrettanto. Ormai non abbiamo più niente da perdere. È un gesto che mai avrei pensato di attuare – ha proseguito Semoletta – so che non servirà a niente, ma spero di coinvolgere altri come me ed iniziare una protesta di massa”.
“Lo Stato ci ha abbandonato completamente. Il nostro settore non ripartirà a dicembre, dopo il termine dell’ultimo DPCM, e molto probabilmente neanche a gennaio”, aveva dichiarato Semoletta ad Agimeg giorni fa. Ora dalle parole ha deciso di passare ai fatti. “Sto cercando di creare un gruppo, per promuovere una manifestazione di protesta. Speriamo di essere in tanti. Meglio morire di fame per mano nostra che per mano di un Governo dittatore e assassino”. lp/AGIMEG