Scommesse, manifestazione Ced e Ctd: Baranca (segr. gen. Federbet), “In Italia almeno 12mila persone lavorano nei Ced e Ctd. I Centri paghino un canone fisso e non il Preu”

“Sono almeno 6mila i ced e ctd presenti in Italia, se si considerano anche i Punti di Commercializzazione – ovvero i centri collegati a provider italiani, ndr – si arriva a almeno 10mila esercizi. Le persone che lavorano nei Ced e Ctd sono almeno il doppio, considerando i soli dipendenti diretti, e non l’indotto”. Sono le stime che dà ad Agime l’avv. Francesco Baranca, segretario generale di Federbet, a margine della manifestazione dei Ced e Ctd che si è appena conclusa a Roma. Con la manifestazione si punta “a ottenere un riconoscimento giuridico e fiscale della figura di questi centri, e a arrivare a una normativa che consenta a sistema concessorio e autorizzatorio di esistere”. Baranca – per assoggettare anche i ced a prelievo – pensa a “un canone fisso – magari commisurato a parametri come le dimensioni dell’esercizio – che si aggiunga al normale prelievo sui redditi”. Il Preu verrebbe invece pagato dai provider chi esercitano effettivamente la raccolta delle scommesse. Un sistema ibrido che, secondo Baranca, non mette a rischio l’impianto concessorio: “Chi ha una concessione assume dei rischi molto più elevati, ma ha anche un ritorno economico che non è paragonabile a quello di un ced o un ctd”. Si rischia però che tutti gli operatori italiani fuggano all’estero, cercando di godere di un trattamento fiscale migliore: “Allo Stato interessa conservare un indotto. Con il canone gli introiti sarebbero nettamente superiori a quelli che trae dal Preu”. Intanto Federbet ha intenzione di muoversi a livello comunitario: “Presenteremo un esposto alla Commissione Europea riunendo le esperienze di tutti i nostri centri associati – non solo italiani, ma anche quelli di altgri paesi come Spagna e Germania – raccontando le il trattamento che hanno subito. L’obiettivo” conclude Baranca, ” è di spingere la Commissione a aprire una nuova proicedura di infrazione per il mancarto rispetto delle sentenze della Corte di Giustizia”. gr/AGIMEG