Scommesse, la Commissione Europea critica la clausola sulla cessione della rete di fronte alla Corte di Giustizia Europea

La clausola che impone ai concessionari delle scommesse di trasferire i beni che costituiscono la rete ai Monopoli al termine del rapporto è “una restrizione ai principi europei di libertà di stabilimento e di libertà di prestazione”. Lo sottolinea la Commissione Europea intervenendo con una memoria nella causa Laezza – sollevata dal Tribunale di Frosinone discutendo del procedimento penale avviato nei confronti di un centro trasmissione dati StanleyBet. Questa clausola, spiega la Commissione, “impone ai concessionari del 2012 una serie di obblighi dalle prevedibili e consistenti implicazioni economiche, con effetti sul piano della convenienza economica all’accesso della gara, i quali, pertanto, costituiscono restrizioni alla libertà di stabilimento e alla libertà di prestazione”. Il trasferimento dei beni che costituiscono la rete “implica un trasferimento economico a carico dell’obbligato, onere supplementare e diverso rispetto a quelli imposti ai concessionari delle concessioni precedenti”.
Di avviso opposto l’Avvocatura di Stato che difende la posizione delle Autorità Italiane. La clausola sulla cessione della rete, infatti, “ha avuto applicazione anche nei confronti dei concessionari già esistenti”. In sostanza quindi non avrebbe l’effetto di impedire l’accesso al mercato a determinati soggetti, favorendone altri. “La misura contestata si deve a un intervento normativo del 2010 – la Stabilità 2011, NdR – che ha prodotto effetti anche sulle concessioni in essere, obbligando i titolari di esse a rinegoziare i rapporti convenzionali vigenti e a inserirvi la regola”. Tale clausola, inoltre, ha l’obiettivo di assicurare la continuità del servizio, garantisce infatti che “la cessazione dell’attività da parte di un concessionario non determini una eccessiva contrazione dell’offerta”.
Per la Commissione tuttavia, la misura non sembra in linea con gli obiettivi perseguiti: “L’obiettivo perseguito mediante l’obbligo di cessione non risulta chiarito”, sottoline a Bruxeless. E aggiunge non è chiaro in quale modo “l’obbligo di cessione in vista dell’utilizzo ulteriore contribuisca a conseguire l’obiettivo della lotta alla criminalità e di contenimento del gioco d’azzardo”. La causa verrà discussa giovedì in udienza. es/AGIMEG