Scommesse, inchiesta de L’Espresso: le precisazioni di Riccardo Tamiro

In merito all’articolo de l’Espresso “’Ndrangheta: cosche riciclano a Malta con il gioco online”, riceviamo e pubblichiamo le precisazioni ricevute da Riccardo Tamiro.

“In merito all’articolo de l’Espresso “’Ndrangheta: cosche riciclano a Malta con il gioco online” nella parte in cui testualmente si afferma che “grazie al poker ha agganciato professionisti e politici, che gli hanno consentito di organizzare un torneo sovvenzionato dall’ex amministrazione di Giuseppe Scopelliti, ma anche professionisti del betting come Riccardo Tamiro, ex responsabile per la Gran  Bretagna della Betshop, approdato in seguito a Malta dove si è affermato come consulente della Aycons, monopolista del settore  delle scommesse sportive, nonché come nome e volto della  Skirmony, che controlla direttamente la società di scommesse  maltese Gamelux. Tamiro non e’ indagato nell’inchiesta della  procura reggina, ma nella carte viene citato piu’ volte”, il sottoscritto tiene a precisare di avere ricoperto in seno alla Betshop esclusivamente il ruolo di country manager per l’italia, non essendo mai stato responsabile della detta società in Gran Bretagna.

Nell’ambito delle mie funzioni di country manager per l’Italia di Betshop ho conseguito l’obiettivo di inquadrare l’attività di raccolta di scommesse di un bookmaker straniero entro la cornice normativa dettata dalla legislazione italiana, COSTRINGENDO UN BOOKMAKER STRANIERO AD ACQUISIRE UNA CONCESSIONE DEI MONOPOLI (AAMS). In altri termini sono stato IL PRIMO OPERATORE DEL SETTORE  (e ciò senza tema di smentita) a contrastare con i fatti, le condotte criminose oggi al vaglio degli organi inquirenti .

Il modello organizzativo e i valori espressi della mia attività manageriale segnarono un lungo corso di successi imprenditoriali e di forte repressione dell’illegalità nell’ambito dei giochi pubblici.

Nel 2009, a seguito della cessione della casa madre di Betshop ad un terzo acquirente, decisi di dimettermi, mettendomi  in gioco come consulente aziendale per gli operatori del gaming, fondando il Centro Studi Skirmony  attraverso il quale  poter offrire  il mio know how  per il miglioramento del mercato dei giochi italiano.

Il mio Centro Studi, in breve tempo, si contraddistinse quale punto di rifermento per la maggior parte degli operatori in Italia, tra cui anche, e non solo Aycons, società di scommesse italiana, in quanto titolare di una concessione rilasciata dai competenti Monopoli .

Pertanto, appare inesatta l’affermazione contenuta nell’articolo in questione secondo cui Aycons  sancì il mio approdo a Malta.

In più, va considerato che  il mio Blog, organo ufficiale di informazione delle iniziative condotte dal mio Centro Studi, divenne, da subito, punto di  riferimento imprescindibile per gli operatori istituzionali e non, oltre ad essere riconosciuto ed apprezzato dall’opinione pubblica quale organo di denuncia del malaffare.

Fu il mio  BLOG a denunciare per primo il rischio concreto che alcuni personaggi calabresi, noti alle cronache nere locali, iniziavano ad avviare attività di bookmaker insediandosi  a Malta.

Rischio più volte denunciato anche in altri media (televisivi – v- ReggioTv emittente locale di Reggio Calabria- e social v. interviste sul canale Youtube).

Tali reiterate denunce pubbliche (v.  l’articolo pubblicato sul Blog con titolo “La tigre della Malesia sbarca a Malta”),  mi attirarono le antipatie  del Sig. Mario Gennaro e dei suoi accoliti, i quali spesero molto del loro tempo per costruire su di me bugie e calunnie finalizzate a gettare discredito sulla mia persona .

Pertanto appare privo di fondamento, dunque palesemente inesatto,  e pertanto gravemente lesivo della mia dignità e del mio decoro, sostenere come fa l’articolo di cui si tratta, che il sottoscritto “sarebbe stato agganciato” da tale Gennaro  Mario, soggetto a me del tutto estraneo per i motivi sopra esplicitati.

Quanto all’affermazione riportata nell’articolo secondo cui il sottoscritto sarebbe stato “mentore” (sic!) del sig. Ventura Cesare, preme evidenziare che il rapporto di collaborazione instaurato dalla Betshop con quest’ultimo rientrava nell’ambito di un ordinario rapporto commerciale, al pari delle migliaia di partner commerciali legati al marchio betshop (e dei quali si suppone fossi altrettanto “mentore”). Peraltro, il rapporto commerciale con lo stesso fu prontamente interrotto (e come il suo, tanti altri)  allorquando si riscontrarono a suo carico condotte contrarie alla politica commerciale ed alla mission di Betshop.

Ancora, è inesatto sostenere che la Skirmony controlla la società di scommesse maltese Gamelux, poiché Skirmony Limited è ad ogni effetto una società di scommesse ITALIANA, con sede a Malta (scelta dettata dalla vigenza in quel Paese di una legislazione fiscale più favorevole)  titolare  di concessione sportiva n. 4114 e di quella accessiva GAD n. 15222, ai sensi di quanto previsto dalla “procedura di selezione per l’affidamento in concessione dell’esercizio dei giochi pubblici di cui all’articolo 38, comma 2, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni ed integrazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248”; così come è inesatto sostenere che gamelux sia una società di scommesse maltese, essendo piuttosto un brand (o marchio) di proprietà di un gruppo finanziario americano .

Tanto premesso e considerato, non posso che manifestare la mia più viva indignazione  per essere stato ingiustamente accostato a soggetti che sin dagli albori della mia attività imprenditoriale ho sempre avversato, e che continuerò a contrastare con la quotidianità della mia condotta improntata ai valori della legalità e con l’incondizionato sostegno alla preziosa attività portata avanti dagli organi inquirenti.

Per tali motivi, al fine di ristabilire una corretta informazione, anche a tutela della mia dignità e reputazione, chiederò al direttore della testata L’Espresso e al giornalista titolare dell’inchiesta di porre in essere le rettifiche di cui sopra, certo del loro benevolo intento di fornire una narrativa corretta dei fatti ai propri lettori e per cui esprimo il compiacimento più sincero che un giornale di tale portata nazionale abbia acceso i riflettori su una questione annosa circa la legalità nel gioco d’azzardo”. lp/AGIMEG