Scommesse, Carboni: “Bet365 non è leader del mercato. Necessario leggere bene i dati sul margine”

La lettura dei dati va fatta in maniera approfondita, perchè si può valutare correttamente l’impatto dei vari operatori sul mercato, scoprendo delle realtà che magari sfuggono ad una prima valutazione”. Esordisce così Giovanni Carboni, ManagingPartners di Carboni&Partners – EGLA, in merito alla pubblicazione degli ultimi dati sulla raccolta del betting, dati che sembrano confermare che nel corso degli ultimi mesi è avvenuto un profondo cambiamento della struttura di questo segmento di mercato. “ La raccolta sul canale online vale a marzo quasi quanto la raccolta retail, oltre il 46% del totale, mentre era pari al 37% nel 2014 e del 34% nel 2013 – spiega Carboni – La raccolta di bet365 è quasi un terzo del totale online e il triplo di quella di William Hill, il secondo in classifica. bet365 prevale con la sola raccolta online rispetto ai leader storici, come GTech, SNAI, Sisal ed Eurobet, pur sommando i risultati da questi conseguiti sul circuito online e nei punti fisici. Tuttavia, sostengo che è in atto un profondo cambiamento del settore ma non consiste nel cambiamento delle quote di mercato”. In cosa consiste allora il cambiamento in atto del settore del betting? “È cambiato profondamente il prodotto e l’offerta. Ciò è avvenuto con l’introduzione del palinsesto complementare, che ha permesso lo sviluppo dell’offerta live. L’ingresso sul mercato dotit di bet365 ha amplificato l’impatto di questo cambiamento. Le scommesse live hanno un payout pari anche al 96% e i margini sono perciò almeno 3 – 4 volte inferiori rispetto a quelli delle scommesse tradizionali. La raccolta sul palinsesto complementare è in larga prevalenza raccolta di scommesse live. Il palinsesto complementare, quindi le scommesse live, sono raccolte per l’80% sul canale online. La raccolta di bet365, in particolare, è costituita per l’80% da scommesse live. Il prodotto e l’offerta sono perciò cambiati, ma il peso reale degli attori del betting italiano invece è cambiato meno di quanto sembra”. E questo come può accadere?La rappresentazione basata sulla raccolta porta a una lettura distorta (non sempre i dati di payout sono disponibili ndr). Le quote di mercato sono molto diverse se espresse in termini di margini. Il margine del betting online nel primo trimestre 2015 è inferiore al 10%. Il margine del betting retail nel primo trimestre è invece tra 15% e 20%. Si colloca peraltro in questa forchetta la performance che diversi concessionari retail dichiarano di perseguire. Oggi il margine del settore retail è fino al doppio di quello medio dei concessionari del betting online. Tra i quali peraltro è presente una componente che recluta i giocatori in luoghi fisici e che persegue margini anche più alti di quelli delle agenzia di scommesse, ed alza la media. Bet365 allora non sarebbe il leader del mercato del betting come scrive qualcuno?Giusto, non sarebbe leader di mercato. Prendiamo il mese di marzo, un mese con margini alti perché i risultati sui campi sportivi sono stati favorevoli agli operatori. Il margine del betting online è 12,5% e quello del betting retail è 25%, cioè il doppio. In termini di raccolta bet365 ha una quota del 32% del segmento online e del 15% del mercato totale del betting. Ma in termini di margine le cose cambiano. bet365 domina il segmento del betting online con una quota attorno al 20%, solo un quinto del totale non un terzo, pur se circa il doppio dei suoi challanger. A livello dell’intero mercato del betting la quota di bet365 è 7% – 8%, circa la metà di quella di GTech, ma anche di Sisal e di Snai. bet365 non ha affatto scavalcato GTech nella graduatoria del betting. bet365 è la metà di GTech. È attualmente quinto o sesto nella graduatoria del betting, senza tener conto di Goldbet e di Planetwin che hanno anch’essi revenues superiori a quelle di bet365. E senza contare naturalmente gli altri CTD. Sembra allarmato dalle conseguenze delle letture basate solo sulla raccolta. Perché? L’esagerata focalizzazione italiana sui dati della raccolta influenza anche gli obiettivi e le strategie degli operatori e può provocare distorsioni. I concessionari retail possono essere indotti ad esempio a rincorrere bet365 sulla raccolta. Sarebbe un suicidio perché bet365 offre un diverso prodotto. Nel betting è indispensabile usare anche i dati della raccolta perché su brevi periodi i margini sono influenzati da circostanze non prevedibili che possono favorire i bookmaker o gli scommettitori. Ma se usata per gli scopi sbagliati la raccolta rischia di provocare equivoci pericolosi. “You get what you measure”. Si ottengono gli obiettivi che si misurano. Ergo, non bisogna misurare gli obiettivi sbagliati. L’ADM dovrebbe rendere disponibili ai concessionari sia i dati della raccolta sia i dati del margine. E dovrebbe fornire dati separati per il betting pre-play e per l’in-play, perché sono due prodotti diversi”. lp/AGIMEG