Scommesse, avv. Agnello ad Agimeg: “Dal Tribunale di Avellino una sentenza molto importante per l’attività di tutti i PVR”. Cosa cambia

Ha suscitato grande interesse tra gli operatori del settore scommesse la sentenza del Tribunale di Avellino che consente di collocare, all’interno degli esercizi pubblici, apparecchi che tramite la rete telematica consentono ai clienti di giocare sulle piattaforme di gioco dei concessionari on line. La questione aveva riguardato un centro Stanleybet difeso dagli avvocati Agnello e Auriemma. Maggiori dettagli sulla questione, come si è arrivati a questo risultato e cosa comporta la sopracitata sentenza, sono tra gli argomenti trattati in una esclusiva intervista rilasciata dall’avvocato Daniela Agnello ad Agimeg.

Avvocato Agnello, può spiegare nel dettaglio la decisione del giudice?

Il Tribunale di Avellino ha accolto il ricorso del titolare del centro Stanleybet avverso le sanzioni amministrative irrogate dall’agenzia Dogane e Monopoli che contestavano la violazione dell’art. 7 del d.l. 189/2012. L’amministrazione, nel caso giudiziario sottoposto alla mia attenzione, aveva sanzionato e sequestrato i computer della sala giochi ritendendo integrato l’illecito amministrativo della messa a disposizione di apparecchiature di gioco in violazione della legge. Il locale aveva stipulato un contratto di punto vendita ricarica con il concessionario statale per l’affidamento delle attività di promozione, pubblicizzazione e diffusione del gioco pubblico a distanza nonché di vendita di ricariche dei conti di gioco.

Personale appartenente all’ADM accedeva all’interno del locale per eseguire dei controlli e accertava la presenza di due postazioni PC complete di monitor e tastiera ad uso dei clienti che avevano la pagina internet aperta sul canale di raccolta collegato al concessionario. Le operazioni di controllo si concludevano con l’applicazione della sanzione di € 20.000,00.

Il Giudice di Avellino ha accolto il mio ricorso e ha ritenuto che la sola presenza nel locale dei due PC non era sufficiente a ritenere integrato l’illecito amministrativo. Le due postazioni consentivano ai clienti di accedere alla libera navigazione sul web, così come dimostrato dall’assenza di impostazioni vincolate su siti di gioco, o l’assenza di periferiche per l’inserimento di banconote o per la lettura elettronica del documento di riconoscimento.

Nessuna disposizione di legge inibisce la messa a disposizione presso pubblici esercizi di postazioni PC che consentono la libera navigazione sul web. Diversamente si determinerebbe una vistosa violazione dell’intero plesso normativo nazionale ed euro-unitario in materia. La difesa ha dimostrato il macroscopico travisamento della realtà fenomenica posto a fondamento della procedimento sanzionatorio e ha ottenuto persino la condanna dell’amministrazione alle spese di giudizio“.

Quali sono i passaggi della sentenza che reputa più significativi?

Il Giudice testualmente riferisce “una ormai pacifica lettura in senso restrittivo dell’art.. 7 … non considera la mera presenza di postazioni PC con libero accesso ad internet elemento costitutivo dell’illecito” con successivo richiamo di ulteriori riferimenti giurisprudenziali ottenuti dallo studio legale Agnello. Tale giurisprudenza che esclude l’illecito, però, non ha ancora interrotto o circoscritto gli interventi sanzionatori di ADM sottoponendo i titolari dei negozi e gli operatori di gioco a impegnare forze e risorse infinite per far valere i loro diritti“.

La sentenza è applicabile a tutti gli esercizi che si trovano nelle stesse condizioni del centro Stanleybet coinvolto?

Gli organi giurisdizionali emettono verdetti con principi di diritto che valgono per tutti gli operatori che si trovano nelle medesime condizioni giuridiche e di fatto“.

Da anni il suo studio è in prima linea per la difesa di ctd e pvr

Lo studio legale Agnello, con sedi a Milano e Messina, opera da oltre venti anni nel settore del gaming, in difesa delle società multinazionali e dei loro centri affiliati con specializzazione in diritto penale, diritto civile e tributario dei giochi. Lo studio ha il primato di aver fatto censurare dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea le tre gare italiane per l’affidamento in concessione dei diritti per l’esercizio dei giochi e delle scommesse. Venti anni di giurisprudenza nazionale in favore dei bookmaker e quattro sentenze della Corte UE che dichiarano che il diritto italiano è in contrasto con il diritto comunitario.

La sentenza Gambelli del 2003 e Placanica del 2007 hanno censurato la gara italiana per l’affidamento in concessione dei diritti per l’esercizio dei giochi del 1999.

La sentenza Costa Cifone del 2012 ha dichiarato che lo Stato italiano con la gara Bersani di affidamento di oltre 16.000 diritti concessori ha protetto e tutelato i concessionari statali.

La sentenza Laezza del 28 Gennaio 2016 ha dichiarato che le gare Monti per l’affidamento in concessione di 2000 diritti ostano con il diritto dell’Unione.

In tutte le sentenze anche l’Avvocato generale e la Commissione Europea hanno espresso pareri conformi alla difesa e alle argomentazioni dallo Studio Agnello. A seguito delle sentenze interpretative della Corte UE la giurisprudenza nazionale degli ultimi venti anni si è conformata con pronunzie di disapplicazione delle sanzioni penali e amministrative previste dalla legge italiana”. ff/AGIMEG