Basta (pres. Agire) ad Agimeg: “L’esclusione dai fondi regionali delle aziende di gioco legale è solo un’ideologia che nasce dall’ignoranza della materia”

“Le banche si basano su una falsa etica e ciò nasce dall’opinione pubblica che continua a parlare ignorando la situazione del gioco. Come associazione abbiamo avuto diversi dinieghi dalle banche, abbiamo fatto esposti all’ABI e abbiamo attivato l’arbitro bancario, non si spiega perché si abbia l’idea del gioco come il male assoluto. Gli studi sul fenomeno sono spesso di parte, anche quanto avvenuto nella regione Lazio, che ha visto posticipare l’apertura delle sale bingo, ultima regione in Italia, è nato dallo studio di psicologi e sociologi privo di fondamento. Le scommesse sportive ad esempio non sono giochi pericolosi e a rischio ripetitività. C’è solamente una volontà di penalizzare il settore, a prescindere dalla conoscenza concreta di quello che è”. E’ quanto ha affermato Angelo Basta, Presidente di Agire, nel corso della diretta Facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, sulla situazione del comparto del gioco pubblico in Puglia, escluso dai fondi regionali alle imprese. “Quando ho interpellato l’assessore alle attività produttive della Puglia, Cosimo Borraccino, sono rimasto male quando mi sono sentito rispondere che ‘non possiamo mettere sullo stesso piano l’attività di gioco con le altre attività’. La verità è che l’esclusione dai fondi regionali è solo un’ideologia che nasce dall’ ignoranza della materia”. Ma potrà uscire con qualche risultato dal sit in in programma a Bari giovedì? “Io sono convinto che saremo ascoltati – ha detto Basta – soprattutto in un momento storico in cui c’è una campagna elettorale in vista delle elezioni di settembre le porte si apriranno, abbiamo sollevato un problema serio. Le nostre aziende sono in forte difficoltà, abbiamo chiesto a tutti di inviare al sit in una rappresentanza. Molti ragazzi sono in cassa integrazione, gli imprenditori lavorano 16 ore al giorno per risparmiare il più possibile. Un importo di 30 mila euro, di cui 6 mila euro a fondo perduto, è fondamentale per dare ossigeno alle aziende e non perdere posti di lavoro. Se si dovesse fare un referendum sull’abolizione del gioco, tutti dovrebbero essere consapevoli che dal giorno dopo mancheranno risorse per il reddito di cittadinanza. Da un lato infatti il gioco viene denigrato, dall’altra parte quando c’è da fare cassa si cercano finanziamenti proprio dal settore. Queste risorse però ormai sono finite, si è raggiunto il limite”. cr/AGIMEG