Palermo, GdF sequestra beni per 10 milioni a famiglia Graviano. Infiltrazioni anche nel settore delle scommesse

Confiscati beni per 10 milioni di euro – aziende, quote societarie ed immobili – ai fratelli Graviano, membri della famiglia mafiosa reggente del mandamento Brancaccio di Palermo. A eseguire il provvedimenti – disposto dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di
Prevenzione – sono stati i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo.
Benedetto Graviano, figlio di Michele e primo di quattro fratelli, Filippo, Giuseppe e Nunzia  sono i componenti più noti della famiglia per essere stati i mandanti dell’omicidio di Padre Pino Puglisi e, in particolare Filippo e Giuseppe, tra i responsabili delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino unitamente ai poliziotti di scorta. Per tali fatti e per la loro appartenenza alle cosche Filippo e Giuseppe sono stati condannati alla pena dell’ergastolo, mentre Benedetto e Nunzia hanno scontato pene detentive in carcere per il reato di associazione mafiosa.
Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno permesso di evidenziare l’infiltrazione della criminalità organizzata in settori strategici del tessuto economico cittadino, realizzata mediante la gestione di attività operanti nei settori delle scommesse, della ristorazione, della rivendita di tabacchi e della vendita al dettaglio di carburante.  Gli accertamenti economico – patrimoniali svolti dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo nell’ambito del procedimento per l’applicazione di misure di prevenzione, hanno dimostrato una ingente sperequazione fra redditi leciti, patrimoni accumulati ed investimenti effettuati dai proposti, i quali sovente si erano avvalsi di prestanome. Tra i beni sequestrati, tre distributori di carburante; una rivendita di tabacchi e un parcheggio; dieci immobili tra villini, appartamenti e terreni. lp/AGIMEG