Leveque (AGAS) su documento CTS: “Si perdono migliaia di posti di lavoro nel settore del gioco su basi puramente ideologiche e demagogiche, facendo ingrassare la criminalità organizzata”

“Per me tutte le attività dovrebbero restare aperte rispettando le regole, non dovrebbe esistere l’arbitraria distinzione fra attività essenziali e non essenziali. Chi lo stabilisce? Su quali basi? E i Lavoratori? Chi ha investito? Chi vorrebbe fruire di quei servizi e di quei prodotti? L’indotto? La libertà di scelta? L’economia? La salute mentale dei lavoratori? La stabilità delle loro famiglie? Questioni troppo sottili evidentemente”. E’ quanto ha affermato Sergio Leveque (AGAS), commentando il documento del CTS sulle riaperture. “Proviamo a fare un ragionamento per confronti ed analogie. Le sale scommesse sono chiuse in base a quanto sostenuto dal Cts, ma alcune attività analoghe, come i tabaccai, sono rimaste aperte. Bar e ristoranti in zona gialla sono aperti a pranzo, ovviamente si consuma con la mascherina abbassata, magari condividendo un tavolo, mentre quando si gioca la mascherina è correttamente indossata. Dove è il rischio maggiore? Ricordo che le agenzie di scommesse sono rimaste chiuse anche in zona bianca. Sorvoliamo poi sui mezzi publici e sulle fabbriche, aperte anche durante il primo lockdown, per non parlare dei supermercati o delle edicole o uffici postali. Intrattenimento? Tutti chiusi, non sia mai che qualcuno possa pensare di cercare di stabilire relazioni interpersonali senza il filtro della rete”.
“Nel frattempo – prosegue Leveque – abbiamo perso un milione di posti di lavoro, e questo con il blocco dei licenziamento ancora in corso, quindi parliamo solo delle attività già morte. Altri 150 mila posti di lavoro, quelli del gioco, a cui vanno sommati quelli dell’indotto, sono a rischio a causa di una chiusura discriminante, su basi puramente ideologiche, demagogiche e in ultima analisi strumentali. Nel frattempo la criminalità organizzata ingrassa con il gioco clandestino, e mette via soldi con cui probabilmente comprerà le aziende che ora stanno morendo di fame e di stenti, chiuse da sei mesi, che continuano a pagare tasse e contributi. Io credo che sui libri di storia dei nostri nipoti leggeremo che le misure anticovid hanno fatto più morti del covid”. lp/AGIMEG