Caso BetUniq, avv. Agnello a Agimeg: “Sentenza CGE non chiude la questione. A Tribunale Reggio Calabria chiederemo di disapplicare la norma penale”

“La sentenza non chiude la questione sollevata dal giudice nazionale, in quanto la Corte rimette rimette a quest’ultimo il compito di verificare se le misure previste dallo Stato italiano erano proporzionate”. Daniela Agnello, il legale che ha assistito BetUniq nel caso Politanò deciso oggi dalla Corte di Giustizia, ritiene che i giudici comunitari non abbiano respinto le tesi del bookmaker maltese, e pone l’accento sul compito che i la Corte ha affidato ai colleghi nazionali. In quella sede “si dimostrerà che le misure chieste dallo Stato italiano non erano proporzionali” spiega ancora a Agimeg, sottolineando che il bookmaker chiederà al Tribunale di Reggio Calabria di disapplicare la sanzione penale, in considerazione della “mancata previsione di alternative alla doppia referenza bancaria per le società neo-costituite, dei poteri illimitati dell’amministrazione italiana, e dell’individuazione delle concrete modalità per rappresentare la capacità economico-finanziaria degli aspiranti concessionari”. L’avvocato Agnello prevede che ci vorranno “circa due o tre mesi” per la sentenza di Reggio Calabria.  BetUniq – colpita nel 2015 dall’inchiesta Gambling che ne ha paralizzato l’attività – si appresta adesso a rientrare nel mercato italiano come skin di un concessionario di Stato. E quando le si chiede se il bookmaker maltese abbia ancora interesse a dimostrare di aver subito una discriminazione con il bando Monti, l’avvocato Agnello si limita a replicare: “La sentenza rappresenta in questo momento una pronuncia interpretativa su una questione di diritto”. gr/AGIMEG