L’Egba e l’Rga hanno impugnato la decisione della Commissione Europea – del giugno 2013 – che ha autorizzato la Francia a imporre un prelievo speciale sulle scommesse ippiche online per finanziare la filiera. LA commissione aveva stabilito che la misura rappresentasse un aiuto di Stato, ma soddisfacesse “le condizioni per essere considerato compatibile con il mercato interno ai sensi” del Trattato dell’Unione. In sostanza, vista “l’importanza del PMU per il finanziamento della filiera equina, le autorità francesi hanno temuto che la redditività di tale filiera sarebbe stata minacciata se l’apertura alla concorrenza dei giochi d’azzardo e di fortuna avesse causato un calo significativo delle entrate del PMU”, che poteva derivare da una serie di fattori, come la concorrenza fatta dagli altri operatori abilitati a offrire scommesse ippiche on-line. La Francia ha quindi deciso di “introdurre un’imposta parafiscale sulle scommesse ippiche on-line a favore della filiera equina, allo scopo di evitarne un’eventuale destabilizzazione economica”, l’imposta in sostanza avrebbe finanziato un servizio d’interesse economico generale. “Il gettito dell’imposta prelevato su tutte le puntate delle scommesse ippiche on-line, comprese quelle effettuate sul sito del PMU, sarebbe riversato integralmente alle società madri di corse (proporzionalmente alla posta giocata su ciascuna specialità, trotto, piano e galoppo), che in seguito ripartirebbero l’importo corrispondente fra i vari beneficiari”. Il tasso dell’imposta proposta per il 2010 era pari all’8 % delle puntate effettuate per le scommesse ippiche on-line, calcolata sulla base dei dati finanziari del 2008. Egba e Rga adesso chiedono al Tribunale Europeo di annullare la decisione della Commissione, asserendo – tra le altre cose – che la tassa “non è necessaria e, pertanto, non persegue alcun idoneo interesse comune” e che “non è uno strumento appropriato per conseguire l’obiettivo di interesse comune”. lp/AGIMEG