Slot, tassa 500 milioni: domani i ricorsi al Consiglio di Stato. Concessionarie chiedono di bloccare le prossimi annualità

Le concessionarie degli apparecchi tornano domani al Consiglio di Stato per discutere della tassa dei 500 milioni che la Stabilità 2015 ha addossato al settore. A intentare i ricorsi otto compagnie – Codere,  Snai, Sisal, Cogetech, Hbg Connex Spa, Cirsa, Admiral Gaming Network Srl, Gamenet – che hanno impugnato l’ordinanza con cui il Tar Lazio a fine ottobre ha respinto la richiesta di sospendere il pagamento della seconda rata, quella da 300 milioni che sarebbe scaduta di lì a pochi giorni. Lo stesso giudice di primo grado poi – a metà novembre – ha disposto il rinvio alla Corte Costituzionale, censurando sia il meccanismo per ripartire la tassa tra i vari soggetti della filiera, sia il calcolo delle quote di spettanza di ciascun concessionario (queste vengono calcolate infatti in base al numero di macchine, e non sui volumi di raccolta di ciascun operatore).

La tassa tuttavia, sebbene fortemente delegittimata, è in tuttora in vigore. Le concessionarie in altre parole, secondo quanto apprende Agimeg, non solo sono tenute a versare il residuo della seconda rata – a fine ottobre hanno pagato circa un centinaio di milioni, dei 300 previsti – ma dovranno far fronte al prelievo anche in futuro. La tassa è infatti annuale e, se non verrà sospesa dai giudici o abrogata dal legislatore, i Monopoli già a gennaio prossimo dovranno pubblicare un nuovo decreto con la ripartizione del prelievo. Il Consiglio di Stato quindi viene chiamato a dare indicazioni anche sugli atti futuri, o in alternativa le compagnie saranno costrette a impugnare tutti i singoli provvedimenti – non solo il decreto di ripartizione, ma anche quelli esecutivi e sanzionatori come potrebbero essere l’escussione delle cauzioni, o l’avvio della decadenza – che adotterà l’Amministrazione. gr/AGIMEG