Portogallo. I casinò si rifiutano di pagare le tasse e denunciano lo Stato

I Casinò e le sale da gioco portoghesi hanno deciso di presentare una denuncia contro lo Stato per l’ingiusto regime tributario vigente annunciando che fino all’arrivo della sentenza del giudice non pagheranno più alcun tipo di tassa.

Jorge Armindo, presidente dell’Associazione Portoghese dei Casionò ha lamentato che il comparto è colpito da una imposizione fiscale troppo forte rispetto alle entrate realizzate, che invece continuano a ridursi.

Il principale gruppo del settore in tutto il Paese, Estoril-Sol, proprietario del famoso casinò nei pressi della capitale, ha comunicato la decisione di denunciare la situazione al Tribunale Amministrativo di Lisbona e Oporto contro lo Stato portoghese. L’obiettivo del comparto è il riequilibrio finanziario dei contratti di concessione per l’offerta dei giochi d’azzardo nelle località di Estoril e Povoa de Varzim.

Queste concessioni risalgono al 2001 e prevedevano che le sale da gioco di Estoril, Povoa e Espinho pagassero il 50% degli incassi allo Stato, percentuale che scendeva al 35% per i casinò del Algarve e del 30% per quelli di Figueira da Foz.

Il problema è che a questa tassazione, nel tempo, è stata aggiunta una imposta minima indipendente al fatturato realizzato dalle imprese, progettato su un incremento degli introiti del 2% annuo mentre attualmente il settore sta vivendo rendimenti decrescenti.

Per Jorge Armindo, l’attuale situazione è incostituzionale visto che costringe gli operatori a pagare tasse superiori ai ricavi. Dal 2008, secondo quanto riporta l’Associazione dei Casinò del Portogallo, la crisi economica ha colpito il comparto causando un calo del reddito del 28,2%, pari a circa 300 milioni di euro in meno.

L’obiettivo della denuncia è quello di fare in modo che lo Stato smetta di applicare l’imposta minima fin quando il mercato non torni a crescere, oltre a reclamare la possibilità di operare nel mercato delle scommesse online attraverso le attuali concessioni. Il comparto – ha dichiarato Armindo – occupa direttamente 3.000 persone e indirettamente altre 15.000 nel Portogallo, per questo se non si fa nulla si rischia di avere i casinò in bancarotta”.

rg/AGIMEG