Limiti di età e gioco d’azzardo. Borg (Comm. Eu): “Stati membri unici responsabili dell’applicazione delle normative”

“Gli Stati membri sono gli unici responsabili della regolamentazione dei limiti minimi di età e della loro applicazione”. Con queste parole Tonio Borg, Commissario europeo alla salute e alla politica dei consumatori, risponde alle domande della socialdemocratica inglese Mary Honeyball che chiedeva quali fossero le disposizioni legislative degli Stati membri in merito all’acquisto di alcol, tabacco e giochi d’azzardo da parte dei minori.

“Per quanto riguarda l’alcol, – ha spiegato Borg – il report ‘2012 alcohol in the European Union’ fornisce una panoramica delle legislazioni nazionali in materia di età minima. La relazione evidenzia, ad esempio, che l’età minima per la vendita di bevande alcoliche è di 18 anni in tutti i Paesi, ma quattro Stati membri e altri nove Stati permettono ai 16enni di comprare birra o vino nei locali. La Commissione ha recentemente avviato uno studio per mappare l’applicazione dei limiti di età per la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche in tutti gli Stati membri dell’UE. I risultati saranno disponibili nel corso del 2013.

Per quanto riguarda il tabacco, i limiti di età sono compresi tra i 16 ei 18 anni per l’acquisto di tabacco in tutti gli Stati membri.
Per quanto riguarda il gioco d’azzardo, gli Stati membri fissano limiti per impedire il gioco d’azzardo ai minorenni, nonché prevedono delle procedure di verifica da seguire. Come annunciato nella comunicazione sul gioco online “Towards a comprehensive European framework on online gambling”, la Commissione intende adottare due raccomandazioni, con l’obiettivo di fornire un elevato livello di tutela dei consumatori dei servizi di gioco d’azzardo. Per quanto riguarda i videogiochi, il sistema di valutazione dell’età Pan European Game Information (PEGI)  età è ora utilizzato in quasi tutta l’Europa e alcuni Stati membri lo hanno reso giuridicamente vincolante.

Per quanto riguarda i contenuti audiovisivi on-demand, – ha concluso il commissario – la Direttiva sui servizi audiovisivi afferma che i programmi che “potrebbero nuocere gravemente” allo sviluppo dei minori possono essere messi  a disposizione solo utilizzando i codici PIN o altri sistemi di verifica dell’età. La direttiva inoltre stabilisce che le comunicazioni commerciali audiovisive per l’alcol non possono coinvolgere nello specifico i minori”.