Giochi, Tar Lazio: “Necessario sequestrare l’intero bar che istalla apparecchi illegali, anche per avvisare i clienti”

Se un bar istalla apparecchi da intrattenimento illegali, il semplice sequestro delle macchine non basta, è necessario porre i sigilli all’intero esercizio, anche per avvertire i clienti – “quasi sempre ignari della non conformità a legge” di alcune macchine – che avrebbero potuto incorrere nel reato di gioco d’azzardo. E’ in sostanza quanto afferma il Tar Lazio, in una sentenza con cui ha respinto un ricorso – risalente al 2005 – di un esercente romano, nel cui locale erano stati trovati degli apparecchi su cui dovevano essere istallati dei normali videogame comma 7, ma che in realtà “funzionavano similmente a “slot machine”, in quanto il giocatore interveniva nella partita solo per mezzo di un comando di start ed un successivo stop e la durata della partita era casuale, non intervenendo in alcun modo l’abilità del giocatore”. Inoltre, dai controlli effettuato dalle Forze dell’Ordine “si è accertato che il ricorrente dava la possibilità ai giocatori di convertire le vincite ottenute in buoni da spendere in consumazioni presso il medesimo esercizio”. La Questura di Roma a quel punto aveva disposto la chiusura dell’esercizio e la sospensione della licenza ex 86 Tulps, disponendo la chiusura dell’intero esercizio. Per il ricorrente si trattava di una misura abnorme: “L’ordine di chiusura dell’esercizio avrebbe una funzione meramente punitiva, essendo il sequestro delle macchine sufficiente ad evitare la reiterazione delle violazioni contestate” aveva argomentato. Il Tar tuttavia replica che l’esercente “avendo l’obbligo di non ammettere l’uso di apparecchi nei quali l’elemento aleatorio sia preponderante rispetto all’elemento di abilità, è responsabile nell’ipotesi in cui presso il proprio esercizio ne siano rinvenuti alcuni che, benché autorizzati per il gioco lecito, presentino caratteristiche e modalità di gioco diverse, per le quali determinante è l’alea”. Inoltre, il solo sequestro degli apparecchi” non è sufficiente a “garantire il ripristino dell’ordine e della sicurezza pubblica. L’ordine di chiusura dell’esercizio pubblico agisce con finalità tanto dissuasive, in modo da rendere palesi le eventuali conseguenze, previste dalla normativa, a cui si andrebbe incontro nel reiterare la violazione, nello specifico la revoca della licenza, quanto preventive, ottenute soprattutto attraverso la pubblicità con cui il provvedimento viene reso noto agli utenti, quasi sempre ignari della non conformità a legge di alcune apparecchiature da gioco ed addirittura della possibilità di incorrere essi stessi nella punibilità per il reato di gioco d’azzardo”. rg/AGIMEG