Apparecchi, Scuderi (legale Bplus) “Stabilità 2011 ha imposto requisiti di solidità economica dopo che Bplus aveva investito 180 milioni per lanciare le vlt”

E’ iniziata da circa mezzora l’udienza di fronte alla Corte Costituzionale sui requisiti di trasparenza e solidità che la Stabilità 2011 ha addossato ai concessionari dei giochi. A sollevare le questioni di legittimità costituzionale è stato il Consiglio di Stato nel 2013, discutendo un ricorso di Bplus. Dopo la relazione del giudice Daria de Pretis, ha preso la parola Andrea Scuderi, legale Bplus, che nel suo intervento ha risposto alle eccezioni sollevate dall’Avvocatura di Stato nelle memorie. L’Avvocatura, in primo luogo, ha eccepito il difetto di rilevanza della questione, sostenendo che di fatto l’ordinanza non definitiva del Consiglio di Stato avrebbe risolto la questione. “Ma” ha obiettato Scuderi, “occorre considerare che la Stabilità 2011 prevedeva requisiti di moralità e stabilità finanziaria a carico dei nuovi concessionari. Le concessionarie slot, nel 2009, avevano già aderito alla facoltà prevista dal decreto Abruzzo, ovvero il lancio delle videolottery dietro il pagamento di 15mila euro per ogni macchina. La sola Bplus ha investito 180 milioni di euro. Tale facoltà comprendeva anche la prosecuzione della concessione in corso per altri 9 anni. Il Consiglio di Stato in sostanza ha affermato che la stipula di un atto integrativo violi il principio di legittimo affidamento, e che i concessionari storici avessero diritto a proseguire nel rapporto in corso senza modifiche.
L’avvocatura di Stato, ancora, ha sostenuto che il Consiglio di Stato non avrebbe effettuato un’adeguata interpretazione delle norme per ricondurle al dettato costituzionale, in sostanza il giudice amministrativo avrebbe dovuto verificare se quei sacrifici imposti dalla Stabilità del 2011 trovassero giustificazione in un interesse pubblico superiore, che limitasse l’interesse particolare delle compagnie degli apparecchi. Ma secondo Scuderi, “tale limite trova un contro-limite nel principio di legittimo affidamento che è base fondante del nostro ordinamento. Per questo il sindacato sul rispetto di questo principio viene affidato al giudice delle leggi”.
E entrando nel merito della controversia: “Non abbiamo mai contestato che i requisiti di onorabilità e trasparenza chiesti ai concessionari dovessero essere rafforzati. Ma quando questi requisiti sfociano in limiti sulla titolarità delle quote societarie, o su aspetti economici come il rapporto di indebitamento (e i concessionari avevano appena sostenuto pesanti investimenti per lanciare le videolottery, come chiesto dal decreto Abruzzo) si travalica il principio della proporzionalità”. gr/AGIMEG