Roma Film Festival, “Her” conquista anche i bookie

Si concluderà domenica il Festival Internazionale del Film di Roma, un frizzante evento di respiro internazionale che ha mobilitato e coinvolto l’intera città. La competizione si è rivelata sin da subito agguerritissima, con una qualità delle proposte cinematografiche a dir poco spiazzante. In attesa del verdetto finale, rimangono tutti col fiato sospeso, bookmakers compresi; l’inglese Stanleybet offre la possibilità di scommettere su quale lungometraggio riuscirà ad aggiudicarsi il Marc’Aurelio d’Oro per il Miglior Film. Favorito dai quotisti britannici è lo straordinario “Her”, ultima creazione dell’acclamato regista Spike Jonze, che vede il grande Joaquin Phoenix innamorarsi di un sistema operativo dalla voce suadente di Scarlett Johansson. Le aspettative erano già alte, ma pare che la pellicola abbia letteralmente travolto il Concorso ufficiale, facendo gridare la stampa al Capolavoro: Stanleybet lo offre così in testa a 3.50. E’ meglio però che Jonze non canti vittoria troppo presto, perché è seguito a stretto giro (4.00) dal cupissimo “Out of the furnace”, nuovo dramma di Scott Cooper che può vantare un interprete del calibro di Christian Bale nei panni di un ex detenuto in cerca di vendetta: una calamita per gli applausi, insomma. Conquista la terza posizione “Dallas buyers club” del canadese Jean-Marc Vallée (5.50), con protagonista un inedito Matthew McConaughey intento a combattere una personale battaglia contro l’AIDS. Segue a 6.50 il nostrano “Foreign bodies”, commuovente storia dell’incontro di due anime prese dal dolore, diretta da Mirko Locatelli; stessa quota per “Acrid” di Kiarash Asadizadeh, intelligente pellicola che descrive i cambiamenti della società iraniana attraverso le vicende di alcune coppie in difficoltà. Minori possibilità (13.00) per “Take five”, pellicola diretta dal talentuoso Guido Lombardi, già vincitore del Leone del Futuro al Festival del Cinema di Venezia 2011, seguito a stretto giro (15.00) dal thriller sovrannaturale “Another me” della spagnola Isabel Coixet, trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Catherine MacPhail. Si piazza invece a quota 17.00 “Sheep’s clothing” di Paulo Morelli, mentre “The mole song” del controverso regista giapponese Takashi Miike viene offerto solo a 21.00. Ancora meno chance sia per il turco “I am not him”, coinvolgente dramma ruotante intorno al tema dell’identità, sia per “Seventh code”, primo film di Kiyoshi Kurosawa girato fuori dai confini del Giappone: entrambi sono bancati a 25.00. “Manto Acuìfero”, secondo tassello di una trilogia incentrata sul tema della solitudine, diretta dall’australiano Michael Rowe, è fermo a quota 34.00, Pochissime possibilità per “Tir” dell’italiano Alberto Fasulo, a cavallo tra documentario e finzione, per “Blue Sky Bones”, esordio alla regia del pioniere del rock cinese Cui Jian, e per il portoghese “The invisible life”: una loro eventuale vincita varrebbe infatti ben 51 volte la posta in gioco. Chiudono la classifica “Quod erat demostrandum” (67.00), dramma psicologico ambientato nella Romania degli anni Ottanta girato interamente in bianco e nero, e “Cut down kite”, del regista cileno Diego Ayala, bancato a 81.00. lp/AGIMEG