Workshop Codere, Strata (Eurispes): “Gioco fa parte della natura umana, istituzioni devono gestirlo e non eliminarlo. Distanziometro, del tutto inefficace”

dal nostro inviato a Bologna – È partito dalle conclusioni nel suo intervento Andrea Strata avvocato e direttore dell’osservatorio sui giochi dell’Eurispes il quale ha messo in fila i concetti base ai quali sono giunti i ricercatori nell’indagine sulla situazione del gioco in Italia. “Quello che abbiamo verificato è che manca un dialogo tra i vari soggetti, le istituzioni, le a.s.l., il legislatore, gli amministratori. Tutto nasce da un pregiudizio ovvero che secondo molti il gioco fa male. Tutto come se non esistesse distinzione tra gioco sociale e gioco patologico. Ma dobbiamo capire innanzitutto che fin dagli antichi romani il cui motto era panem et circenses abbiamo capito che il gioco fa parte della natura umana è che le istituzioni possono solo gestirlo non eliminarlo”. Entrando nello specifico della ricerca effettuata da Eurispes, Strata ha sottolineato come il distanziometro, strumento principe delle amministrazioni locali e delle leggi regionali, in questo momento risulta del tutto inefficace e perfino controproducente. Innanzitutto non è uno strumento valido dal punto di vista medico ma dal punto di vista giuridico manca la consequenzialità tra l’azione e l’obiettivo che ci si prefigge. Citando poi la recente ricerca dell’istituto superiore di sanità, Strata ha ricordato che il giocatore patologico è ben disposto a percorrere dei chilometri per raggiungere il suo obiettivo che in questo caso è un ambiente di gioco. “Di recente il procuratore della Repubblica di Brindisi” – ha concluso Strata – ” si è espresso contro il proibizionismo considerandolo un rimedio peggiore del male. Ma le sue parole mi hanno ricordato qualcosa e sono andato a verificare, nel 2003 una commissione d’indagine del Senato era giunto alle stesse conclusioni: vietare è facile ma si finisce con il buttare il bambino con l’acqua sporca”. gpm/AGIMEG