Ughi (Obiettivo 2016) ad Agimeg: “Il Governo vuole uccidere il gioco ma poi lo utilizza come tassa di scopo”

dai nostri inviati a Londra – “Gli interventi di Luigi Di Maio sembra vogliano combattere il gioco, poi però, nei suoi interventi televisivi, afferma che il Reddito di Cittadinanza è finanziato da tre grandi categorie: banche, assicurazioni e il gioco d’azzardo. Il finanziamento di queste categorie al Reddito di Cittadinanza lo fanno di fatto diventare una tassa di scopo e per questo dovrebbero essere protette. E dovrebbero essere messe in condizione di crescere proprio per finanziare il Reddito di Cittadinanza. Invece questi tre settori vengono associati alle lobby e come categorie “rovina famiglie”. E’ un ciclo senza senso, non produttivo. Ha senso solo per la comunicazione, visto che del contrasto al gioco ne hanno fatto una bandiera durante la campagna elettorale”. E’ quanto dichiara ad Agimeg Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016. “La tassazione – ha continuato – porta i maggiori danni al piccolo esercente, tartassato dalle leggi espulsive a livello regionale. Il settore, oltre a combattere i continui aumenti della tassazione, dovrebbe proporre al Governo un nuovo codice dei giochi, una regolamentazione che possa riordinare il settore. Il settore ha un ruolo nel finanziamento dello Stato, quindi andrebbe riordinato, non ucciso perché considerato un danno per la salute. Parlano di salute pubblica, ma non fanno nulla per contrastare la ludopatia. Lasciano – ha proseguito Ughi – che regioni e comuni legiferino con interventi anche privi di senso, ma non fanno ciò che veramente contrasterebbe la ludopatia”. E per quanto riguarda la gara sulle scommesse, Ughi ha sottolineato che “per arrivare alla gara si deve passare prima per il riordino dei giochi e si deve prima “riacquistare” il territorio. Nessuno fino ad oggi ha avuto la competenza ed il coraggio per farlo. Fino ad ora non vedo niente che possa far credere che si stia lavorando in tal senso. Se fanno un riordino del settore, bypassando chi è sul territorio, sicuramente lo sbaglieranno. I problemi che più pesano sulle agenzie sono: i Comuni e le Regioni che fanno leggi in maniera schizofrenica e senza coordinamento, l’incertezza del domani per poter fare degli investimenti, la tassazione che principalmente ricade sulle spalle del piccolo esercente. Ci vorrebbe chiarezza – ha concluso – un riordino. Le banche, oggi, non gradiscono più aprire un conto di un negozio di gioco, perché è visto male sia dalla collettività sia dai nostri governanti. La gestione di un punto vendita oggi è molto complicata”. es/AGIMEG