Totocalcio, centrò un 13 nel 1981, ma il premio non venne pagato. Il vincitore adesso querela il Coni

Martino Scialpi – l’uomo che nel 1981 realizzò un contestato 13 al Totocalcio da oltre un miliardo di lire e che il Coni non ha mai pagato –  ha presentato querela per associazione a delinquere, truffa, falso, distruzione di atti, omissione in atti d’ufficio, violazione della pubblica custodia di cose e false dichiarazioni in atti destinati all’Autorità giudiziaria. Secondo quanto riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, L’esposto, depositato presso la procura della Repubblica di Taranto è stato firmato anche dal legale di Scalpi, Guglielmo Boccia, che si ritiene danneggiato “per non aver potuto esercitare il diritto di difesa”. Si tratta di una denuncia nei confronti di due legali del Coni, di un cancelliere, un funzionario e un dirigente del Tribunale ordinario di Roma. Secondo il Coni, la matrice del tagliando non è mai stata trasmessa all’archivio corazzato del Totocalcio. La schedina tuttavia fu dichiarata autentica dopo che il commerciante nel 1987 fu processato e assolto dalle accuse di truffa e minacce. E la sentenza è diventata definitiva. Nella denuncia si rammenta che il 14 febbraio del 2012 un giudice civile ordinò al Coni di pagare nei confronti di Scialpi la somma di oltre 2 milioni e 300mila euro, ma l’efficacia esecutiva del titolo fu sospesa (dopo l’opposizione del Coni) dal giudice Massimiliana Battagliese il 2 agosto 2013. Il provvedimento però non sarebbe stato «mai notificato» allo scommettitore, al suo legale e all’avvocato domiciliatario a Roma. Secondo i denuncianti il Coni avrebbe presentato documenti falsi per attestare l’avvenuta notifica e condizionare il giudice. Secondo il Coni, Scialpi “non ha diritto di pretendere alcunché” perché “pretese economiche” identiche a quelle vantate ancora oggi “sono già state respinte con sentenze del Tribunale di Roma del 1983 e della Corte d’appello di Roma del 1985 passata in giudicato”. lp/AGIMEG