Tassa 500 milioni, circa un’ora di discussione. Tutti gli interventi nell’udienza di fronte al Tar Lazio

L’avv Botto (Lottomatica) ha depositato in udienza l’ordinanza – dello stesso Tar Lazio – con cui è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale sulla norma del decreto “Spalmaincentivi” che ha abolito gli incentivi sul fotovoltaico. “Le ragioni sono le stesse per cui chiediamo il rinvio alla Consulta della tassa dei 500 milioni, ovvero il repentino e imprevedibile cambiamento delle condizioni economiche” ha commentato nel coso della discussione – durata circa un’ora – di fronte alla Seconda Sezione del Tar Lazio. Al centro dei ricorsi – circa una ventina, intentati da concessionari, gestori e associazioni di categoria – la tassa dei 500 milioni che l’ultima Stabilità ha addossato al settore degli apparecchi da intrattenimento. Botto ha quindi ricordato le due ordinanze del Tribunale Civile di Roma intervenute nelle scorse settimane sulle rinegoziazioni tra concessionari e gestori: “I concessionari si trovano nel mezzo, con il Governo che chiede di versare la tassa e i gestori che si rifiutano”.

“La ripartizione degli oneri tra i vari soggetti della filiera non ci sono state. I primi 200 milioni sono stati versati perché i Monopoli hanno forzato la mano, assicurando che sarebbero stati adottati dei decreti fiscali per riequilibrare la tassa. Ma questi decreti sono stati naufragati” ha sottolineato l’avv. Barreca di Bplus. “Siamo in presenza di una misura discriminatoria e che altera le condizioni del mercato, dal momento che ha colpito solo determinati concessionari”. E quindi ricordando la sentenza della CGE del giugno scorso su una misura analoga adottata in Ungheria: “La Corte di Giustizia ha riconosciuto che esiste una lesione ai danni delle slot, e una disparità di trattamento. La Corte ha ribadito che il solo obiettivo di incrementare le entrate erariali non possono giustificare simili restrizioni”.

L’avv. Sbordoni, legale di una serie di gestori, ha invece spiegato che la seconda rata della tassa – concessionari e filiera saranno chiamati a versare 300 milioni il 30 ottobre – sia di fatto inapplicabile. “La Stabilità faceva esplicito riferimento al fatto che sulla tassa si sarebbe intervenuti con il decreto delegato sui giochi, previsto dalla Delega Fiscale. Il termine per adottare il decreto tuttavia è scaduto, infruttuosamente, a fine giugno. In sostanza la tassa era stata anticipata nella Stabilità in vista di un riordino dei giochi che non ci sarà”.

Il prof. Cardarelli ha invece definito la tassa “un esproprio forzoso” che tuttavia “non può essere attuato senza concedere nulla in cambio – ad esempio un’estensione temporale delle concessioni -al soggetto espropriato”.

“Se il Tar respinge la richiesta di rinviare non ci resterebbe altro rimedio che presentare un reclamo alla Commissione Europea contro la Repubblica italiana” ha ammonito il prof. Tedeschini (Hbg). “La Commissione ha potere di bloccare la tassa, e questo provocherebbe in primo luogo ripercussioni sul bilancio dello Stato”. Tedeschini ha anche ricordato le richieste di rinvio alla Corte di Giustizia Europea.

“Questo decreto sconvolge completamente il rapporto privatistico, contrattuale, tra gestori e concessionari” ha sottolineato il prof. Vinti, legale di un’ottantina di gestori, riferendosi al fatto che siano questi ultimi a controllare materialmente i flussi di denaro. “Inoltre è irragionevole ripartire l’onere delle tasse in base al numero delle macchine. Si pensi alle slot istallate nelle località turistiche che lavorano tre mesi l’anno”.

“Una rondine che non fa primavera” così l’Avvocato di Stato ha definito le pronunce del giudice ordinario, a suo avviso non destinate a fare da precedente. E sulla mancata adozione del decreto sui giochi “La questione non è affatto dirimente per i ricorsi oggi in discussione, dimostra solamente le difficoltà che ha incontrato il Governo a intervenire sulla materia dei giochi”. E sulla sentenza della CGE “Valuti il Collegio se le affermazioni del giudice comunitario possano essere trasposte al sistema  italiano, visto che il sistema ungherese ha degli aspetti differenti”. Per l’Avvocatura di Stato, inoltre, “la tassa non incide in maniera irreparabile sulla sopravvivenza delle imprese, se applicata in maniera corretta”. gr/AGIMEG