Slot e Vlt, Consiglio di Stato annulla distanziometro e fasce orarie adottate dal Comune di Varese nel 2011. “Il Sindaco esercitò poteri di cui non disponeva”

Il Consiglio di Stato conferma la sentenza con cui il Tar Lombardia aveva annullato l’ordinanza sul gioco adottato dal Comune di Varese del 2011. La vicenda risale appunto a un decina di anni fa, quando la Regione Lombardia ancora non aveva adottato la legge regionale sul gioco patologico. Il Comune aveva appunto varato un’ordinanza prevedendo fasce orarie e distanze di 200 metri dai luoghi sensibili, facendo leva sui poteri che il Sindaco può esercitare di fronte a una situazione di pericolo imminente. Secondo il Consiglio di Stato – e nello stesso senso si era espresso anche il Tar – mancavano i presupposti per un simile intervento, anche perché la legge consente al Primo Cittadino di intervenire in questo modo solo quando si tratta di fronteggiare una situazione passeggera, mentre l’ordinanza ha carattere definitivo. Nella sentenza si parla infatti di “contraddittorietà del provvedimento impugnato il quale, pur essendo stato adottato sul presupposto dell’esistenza di una situazione di imminente pericolo (da cui il richiamo ai poteri straordinari di cui all’art. 54 del decreto legislativo n. 267/2000), introduce una disciplina a tempo indeterminato in materia di orari di apertura/chiusura delle sale giochi, utilizzando quindi lo strumento tipizzato di cui all’art. 50 del decreto legislativo n. 267/2000 per far fronte ad una situazione eccezionale”. lp/AGIMEG