Slot, Tar Veneto difende il provvedimento che consente ai Comuni di adottare fasce orarie più restrittive: “Vanno impugnati i singoli atti”

Il Tar Veneto ha respinto – in sostanza perché privo di interesse ad agire – il ricorso intentato da una società che gestisce una serie di sale slot e vlt contro la delibera del 2019 con cui la Giunta Regionale ha consentito ai Comuni del Veneto di adottare delle fasce orarie più restrittive di quelle previste dalla legge regionale sul gioco varata pochi mesi prima. Secondo la compagnia, in sostanza, la Regione con la legge regionale ha recepito i criteri fissati con l’Intesa Stato-Regioni del 2017 che prevedeva uno stop della durata massima di sei ore al giorno; la successiva delibera ha quindi violato l’Intesa, visto che ha consentito ai Comuni di adottare delle restrizioni ulteriori. Per il Tar tuttavia “l’interesse che sorregge il ricorso appare privo del necessario requisito dell’attualità”, visto che l’operatore non sta impugnando specifici “atti con cui i singoli Comuni effettivamente decidano di individuare ulteriori fasce orarie di interruzione del gioco sul territorio di loro pertinenza: atti comunali che vanno appositamente impugnati unitamente agli atti presupposti non immediatamente lesivi”. Per costante giurisprudenza “l’interesse ad agire è scolpito nella sua tradizionale definizione di “bisogno di tutela giurisdizionale, nel senso che il ricorso al giudice deve presentarsi come indispensabile per porre rimedio allo stato di fatto lesivo”. lp/AGIMEG