Slot, Consiglio di Stato boccia le fasce orarie adottate a Cologno Monzese

La Seconda Sezione del Consiglio di Stato ha chiesto di accogliere il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica intentato da una sala giochi contro le fasce orarie adottate dal Comune di Cologno Monzese. Secondo i giudici di Palazzo Spada, infatti, il Comune non ha svolto un’adeguata istruttoria prima di adottare il provvedimento in questione. “Al di là dei numerosi richiami normativi” si legge ne parere, “la motivazione dell’ordinanza in questione, sulle ragioni che ne avrebbero giustificato l’adozione, si riduce al richiamo della necessità di “salvaguardar(e) … le esigenze attinenti all’interesse pubblico con particolare riguardo al rispetto della sicurezza, della quiete pubblica; (…) di tutelare la salute, la tranquillità ed il riposo, specialmente nelle ore notturne, dei cittadini abitanti nelle vicinanze di tali esercizi”. In sostanza, secondo il Consiglio di Stato “il Sindaco si è limitato a enunciare gli interessi pubblici meritevoli di protezione, ma non ha motivato sull’accertata lesione”. E ancora, “i motivi di interesse generale che consentono le limitazioni di orario in discorso non possono consistere in un’apodittica e indimostrata enunciazione, ma debbono concretarsi in ragioni specifiche, da esplicitare e documentare in modo puntuale”. Di conseguenza, il Sindaco non ha dimostrato che vi sia un nesso “tra l’utilizzo degli apparecchi da gioco e gli affermati rischi per la sicurezza e la quiete pubbliche”; e nemmeno ha chiarito  “perché e come la limitazione del funzionamento di detti apparecchi per una o due ore possa ovviare alle problematiche alle quali si accenna nell’atto gravato”. Il vizio di motivazione poi si traduce in un difetto di proporzionalità, dal momento che non è possibile verificare “se l’imposto limite all’attività in questione corrisponda e in quale misura a una reale esigenza di protezione degli interessi pubblici richiamati”. I giudici di Palazzo Spada concludono quindi che se “il Comune di Cologno Monzese intenda riesercitare il potere in discorso, dovrà procedere sulla scorta di approfondite indagini sulla realtà sociale comunale, previa acquisizione di dati ed informazioni il più possibile dettagliati ed aggiornati sulle esigenze delle imprese nonché sulle tendenze e le abitudini dei soggetti coinvolti”. lp/AGIMEG